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Il topo morto, la vipera e Ursula mostro: così la propaganda russa promuove la guerra totale contro l’Europa

23 Maggio 2025 - 16:11 David Puente
propaganda russa contro eu e ucraina
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L'agenzia di stampa russa RIA Novosti sostiene un solo e unico esito accettabile del conflitto: la vittoria di Mosca su Kiev e Bruxelles

Mentre si continua a invocare negoziati di pace tra Ucraina e Russia, la propaganda del Cremlino alimenta con forza una retorica di guerra sempre più estrema, che va ben oltre i confini ucraini. Dietro il linguaggio apparentemente “diplomatico”, Mosca promuove in patria un’escalation simbolica e ideologica che trasforma il conflitto in una battaglia culturale e identitaria. Un esempio evidente arriva dagli articoli pubblicati da RIA Novosti, accompagnati da immagini cariche di simbolismo bellico, in cui il nemico non è solo Kiev, ma l’intera Unione Europea rappresentata come un’entità da eliminare.

L’Europa come un topo morto ucciso dall’orso russo

Il 19 aprile 2025, RIA Novosti pubblica un articolo firmato dalla giornalista e propagandista russa Viktoria Nikiforova. Il pezzo, intitolato Un cessate il fuoco irrealistico: il mondo ha ascoltato il nyet russo, viene accompagnato da un’immagine simbolica: un orso, rappresentazione della Russia, che tiene per la coda un topo morto, dipinto di blu con le stelle gialle, chiaro e inequivocabile riferimento all’Unione Europea.

Nikiforova orso ratto propaganda russa

L’articolo è un attacco frontale contro Kiev e Bruxelles, accusati di «non saper accettare la sconfitta» e di voler ancora imporre negoziati «a condizioni inaccettabili». Nikiforova sostiene inoltre che l’Unione Europea rappresenti un nemico comune per Russia e Stati Uniti, arrivando a ipotizzare uno scontro armato diretto contro Bruxelles, considerata vulnerabile dopo il ritiro delle armi americane dal territorio europeo. Pur fingendo un interesse per la pace in Ucraina, l’articolo si conclude con un chiaro messaggio bellicista: «Continueremo a schiacciare i nazisti di Kiev».

L’Europa come una vipera velenosa da annientare

Il 7 maggio, sempre su RIA Novosti, Nikiforova pubblica un ulteriore articolo dal titolo La Russia attende una nuova vittoria su un vecchio male, in cui il linguaggio diventa ancora più esplicito. La guerra viene intesa come una battaglia per la sopravvivenza stessa della civiltà russa, arrivando a proporre un confronto inquietante legato all’Olocausto: «A differenza delle vittime ebree del nazismo, i russi di oggi hanno qualcosa con cui difendersi».

Nikiforova propaganda russa contro eu

L’immagine scelta per accompagnare il testo rafforza ulteriormente il messaggio: un soldato russo armato punta il fucile contro una vipera che richiama la bandiera dell’Unione Europea. Il messaggio è chiaro: l’UE, definita «nazista» e desiderosa di vendicarsi dei russi per la vittoria del 1945, non è soltanto un avversario politico o diplomatico, ma un nemico velenoso da annientare.

Il simbolismo della propaganda russa contro l’Unione Europea

Entrambe le immagini, come molte altre diffuse da RIA Novosti, descrivono le fondamenta della propaganda russa, in linea con il comunicato pubblicato ad aprile dal Servizio di Intelligence Estera della Federazione Russa (SVR).

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Il topo morto e la vipera evocano disprezzo e pericolo, contribuendo a deumanizzare l’Unione Europea agli occhi del pubblico russo e filorusso. Al contrario, l’orso e il soldato armato simboleggiano la forza della Russia e il suo impegno in una guerra non diplomatica ma armata, alimentando l’idea di un “conflitto giusto”, inevitabile e totale da concludersi con un solo esito accettabile: la vittoria di Mosca sull’Ucraina e l’Unione Europea.

Chi è la propagandista russa Viktoria Nikiforova

Viktoria Nikiforova non è una giornalista qualunque. Nel 2022, l’Unione Europea l’ha identificata come una «propagandista e editorialista russa di RIA Novosti» e «figura centrale nella propaganda governativa». È stata inoltre accusata di aver «negato il diritto dell’Ucraina a esistere, nonché la capacità del popolo ucraino di decidere autonomamente», promuovendo l’invasione russa su vasta scala attraverso i suoi interventi. Emblematico in tal senso l’articolo Per cosa combatte la Russia in Ucraina, pubblicato il 6 aprile 2022 e a pochi giorni dopo la scoperta della strage di Bucha, nel quale diffonde numerose falsità di regime.

propagandista russa Viktoria Nikiforova articoli

Il riferimento a Bucha è esplicito. Nikiforova adotta una narrazione negazionista delle responsabilità dell’esercito russo, scrivendo: «In Russia non torturiamo i prigionieri. I nostri soldati non uccidono i propri cittadini per poi trasformare i loro cadaveri in installazioni per il divertimento dei giornalisti occidentali. Noi non mentiamo: questa, tra l’altro, è proprio la “debolezza” della nostra propaganda militare. Sappiamo come smascherare i falsi, ma realizzarli è impossibile e disgustoso». Purtroppo, siamo ben consapevoli di quante falsità risultano diffuse dalla Russia riguardo la Strage di Bucha, anche presso l’Onu.

Secondo la narrazione della propagandista russa, inoltre, in Russia «le persone che la pensano diversamente non vengono imprigionate, torturate o uccise». E aggiunge: «Abbiamo la libertà di pensiero e di parola, libertà del tutto irraggiungibili per i Paesi occidentali, per le quali gli ucraini pregano con tanto fervore». Una visione che nega la ben nota e documentata posizione della Russia nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa, come quella stilata da Reporters Sans Frontières (RSF), che da anni colloca la Federazione russa tra i Paesi più repressivi al mondo in questo ambito.

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