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Paolo Savona dopo gli attacchi di FdI alla Consob: «Se non sono gradito, vado via». La reazione sul caso Unicredit-Banco Bpm

23 Maggio 2025 - 13:03 Cecilia Dardana
paolo savona consob
paolo savona consob
Al centro delle tensioni con il governo la delibera dell’Authority che ha allungato di 30 giorni l’offerta di Unicredit per l’acquisizione di Banco Bpm

«A un certo punto, quando non sono più gradito, vado via in tutte le istituzioni. Fino a quando sono gradito resto, quando non sono più gradito vado via. Ho un’età tale che la saggezza incombe. Tutto ciò significa che, quando uno è saggio, se ne deve andare in queste condizioni». Lo ha detto Paolo Savona, presidente della Consob, parlando a margine di un evento sulle criptovalute al festival dell’Economia di Trento. Al centro delle tensioni con il governo c’è la delibera dell’Authority che ha allungato di 30 giorni l’offerta di Unicredit per l’acquisizione di Banco Bpm, una delle operazioni bancarie più importanti nel Paese, allungandone i tempi da fine giugno a fine luglio. L’istituto guidato da Andrea Orcel ha deciso di rivolgersi al Tar del Lazio contro il ricorso da parte del governo del golden power.

La Consob «ha applicato la legge»

«La Consob è un organo collegiale che lavora con gli uffici, da quello legale a quello degli emittenti e della trasparenza del mercato, il risultato è stato, quindi, la somma di tutte queste riflessioni», ha spiegato. E a chi lo accusava di presunte scorrettezze da parte dell’Authority, Savona ha risposto: «Nessuno ha cambiato le carte in tavola, la Consob, non io, ha applicato la legge». Infatti, spiega che «nel provvedimento ci sono una serie di “visto” e “considerato”: la considerazione è che in una situazione di incertezza, il mercato non è in grado di decidere e quindi diamo il tempo di chiarire». La delibera è stata fatta con l’obiettivo di dare maggiore trasparenza, in un momento in cui nei mercati regnava l’incertezza. «Noi – ha proseguito Savona – abbiamo il compito della trasparenza, non di proteggere i risparmiatori. Siamo l’Authority della trasparenza e quindi viene considerato il modo per gli operatori di prendere le scelte giusti e razionali, con il tempo necessario».

Lo scontro tra il centrodestra e Savona

Da parte del governo ci sarebbe un crescente pressing perché Savona faccia un passo indietro, scrive Repubblica. Il suo mandato scade a marzo del prossimo anno. E la speranza che serpeggia nella maggioranza è che si faccia da parte prima. La sua risposta arriva dopo giorni di indiscrezioni e crescenti pressioni politiche, culminate nelle critiche pubbliche di Marco Osnato, il responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Finanza della Camera: «Sono sorpreso – ha detto – che un presidente esperto come Savona porti l’ente regolatore a paventare una scarsa comprensione del provvedimento del governo, che appare a tutti molto chiaro e lineare. Certo, un’Ops che dura 7-8 mesi va un po’ fuori le logiche di mercato». Il riferimento è al voto decisivo di Savona: il collegio della Consob, infatti, si è spaccato durante il voto sulla delibera.

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