Il senatore Mirabelli e la vita con la Sla: «Sarò io a scegliere, non è ideologia occuparsi della sofferenza»


«Era il 2022. Avevo cominciato a riscontrare problemi di equilibrio, facevo fatica a camminare e a respirare. Poi ho avuto il responso. È una malattia che ogni giorno ti toglie qualcosa. O ti rassegni, oppure la affronti cercando di fare quel che riesci». Queste le parole di Franco Mirabelli, 65 anni, vice capogruppo al Senato del Pd, che racconta la scoperta della malattia la Sla, a Repubblica. Ormai riesce a esprimersi solo attraverso un computer, scrive con un lettore ottico. «Non mi rassegno. Il gruppo del Pd mi aiuta a presentare emendamenti o interrogazioni, scrivo articoli, mi chiedono contributi per dibattiti – racconta -. Intervengo nelle chat, o su Facebook. Posso fare politica così oggi, e per me la politica ha sempre significato dare una mano agli altri. Poi in tanti vengono a trovarmi, mi fanno sentire utile e parte della mia comunità».
«La prossima tappa è capire se vorrò fare la tracheotomia per respirare»
«La prossima tappa è capire se vorrò ulteriori ausili per mangiare e fare la tracheotomia per respirare», spiega. Il figlio Pietro aggiunge che, se si sceglie di non avvalersi delle macchine, si viene sedati e accompagnati al fine vita. Mentre non è chiaro se, una volta attaccati, si può recedere dalla scelta. «Dipende da come sarò messo e da quanto peserò sulla famiglia. Per ora dico che non è finita finché non è finita, mi addormento pensando a cosa farò domani – sottolinea -, ma voglio avere la possibilità di scegliere. Il limite lo capirò da solo, sono convinto che sarà così». «So che quelli di sinistra si impegnano sul fine vita, a quelli di destra dico che non è ideologia occuparsi della libertà e della sofferenza delle persone», conclude.