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Corruzione e appalti, in arresto a Roma l’imprenditore Mirko Pellegrini e altre quattro persone

26 Maggio 2025 - 10:59 Cecilia Dardana
mirko pellegrini corruzione strade
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L'imprenditore avrebbe costituito «una associazione per delinquere». L'inchiesta è quella sugli appalti per il rifacimento delle strade in occasione della Ryder Cup di golf e le opere del Giubileo

C’è anche l’imprenditore Mirko Pellegrini tra le cinque persone arrestate questa mattina dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma su un presunto sistema corruttivo, legato all’aggiudicazione di appalti pubblici per la manutenzione stradale. Nei suoi confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Pellegrini, 46 anni, nato a Roma e residente a Frascati e massimo referente della Fenice Srl, ma anche legato ad altre 16 società, era già finito al centro di un’indagine nei mesi scorsi per fatti analoghi. Insieme a lui sono altre quattro le persone raggiunte dalla misura: Simone Pellegrini, Flavio Verdone, Roberto Filipponi e Alessandro Di Pierantonio. Contestualmente, per 17 società è stato disposto il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione.

Le accuse

L’imprenditore, secondo l’accusa, avrebbe costituito una «associazione a delinquere» del quale è stato considerato il «dominus». In carcere, con lui, anche il fratello e altri tre sodali che facevano parte di questa «associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati, di turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio, tra i quali quelli di seguito descritti, tra l’altro volti a conseguire illecitamente contratti d’appalto di lavori da Roma Capitale, e da altri enti pubblici, lucrando illecitamente attraverso fraudolenti risparmi di spesa e falsa documentazione contabile». È quanto si legge nelle 100 pagine di ordinanza cautelare firmate dal gip Flavia Costantini.

Le società intestate a prestanome

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, gli indagati avrebbero costituito una serie di società intestate a prestanome riconducibili a un unico gruppo imprenditoriale attivo nel settore dei lavori di manutenzione stradale. Attraverso tali società l’organizzazione si sarebbe aggiudicata, anche mediante accordi o promesse corruttive, diversi appalti di lavori per il rifacimento di arterie stradali di grande viabilità, banditi da Roma Capitale e Astral Spa – Azienda Strade Lazio.

Per il gip l’organizzazione era «un cartello di imprese»

Nel provvedimento, il gip definisce l’organizzazione «un cartello di imprese» che operava in modo «stabile e organizzato», per alterare la libera concorrenza nelle gare pubbliche e frodare la pubblica amministrazione. Le società coinvolte, si legge nel provvedimento, costituivano «lo strumento funzionale alla consumazione degli illeciti», permettendo agli associati di ottenere appalti, gestire fondi in maniera unitaria e conseguire «vantaggi economici e finanziari che, senza l’appartenenza al cartello, non avrebbero potuto raggiungere».

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