Verso i ballottaggio, il caso Taranto e la Lega. Parla Durigon: «Un accordo con FI e FdI ancora non c’è, ma lo auspichiamo»


Archiviata la discussione per i risultati del primo turno, per molte città, tra cui Taranto è già tempo di guardare avanti. Proprio la sede dell’Ilva, potrebbe riaccendere la tensione nella coalizione di centrodestra. Il ballottaggio dell’8 e 9 giugno si avvicina, e i due candidati in testa, Paolo Bitetti per il centrosinistra – che ha ottenuto circa il 37,3% – e Francesco Tacente, sostenuto dalla Lega e da liste civiche, che ha preso il 26,1% dei voti – devono ora decidere come giocare le loro carte. Fratelli d’Italia e Forza Italia avevano schierato un altro candidato, Luca Lazzaro, che è arrivato al 19,4%. In realtà, a complicare la situazione sembra esserci un obiettivo più ampio, soprattutto per il centrodestra: le elezioni regionali. Già ad aprile, alcuni esponenti di Forza Italia avevano spiegato ad Open che il risultato di Taranto avrebbe inciso direttamente sulla scelta del candidato da proporre per la guida della Regione Puglia.
Il centrosinistra
Anche il centrosinistra si è presentato diviso a Taranto: da una parte Paolo Bitetti, dall’altra Annagrazia Angolano, candidata del Movimento 5 Stelle, che ha chiuso con il 10,9%. I due non sono riusciti ancora a trovare un’intesa sul ballottaggio. La pentastellata non usa mezzi termini: «Nel centrosinistra è mancata completamente la volontà di confrontarsi sui temi. Venerdì ci riuniamo in assemblea con i cittadini per decidere cosa fare».
«Nessuna rottura»
Nel centrodestra, sebbene al momento non si siano registrate vere e proprie tensioni, la situazione rimane incerta. Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, esponente della Lega e una delle figure chiave del partito nella sua espansione al Sud, ha sottolineato che la divisione al primo turno non è un segno di frattura della maggioranza, sul piano nazionale: «Non c’è stata alcuna rottura. Si tratta di dinamiche locali – dice a Open – Lì (riferendosi a Fratelli d’Italia e Forza Italia, ndr) hanno fatto una scelta diversa, ma di comune accordo abbiamo deciso di intraprendere questo percorso».
Ottimista sul secondo turno
Per quanto riguarda il secondo turno, Durigon è fiducioso che si troverà una quadra, anche se l’intesa definitiva tra i tre partiti non è ancora stata formalizzata. «Non ne abbiamo parlato ancora, ma lo spero fortemente». E ha aggiunto: «Se Lazzaro fosse andato al ballottaggio, lo avremmo supportato. Ora speriamo che possano fare lo stesso. Sono molto fiducioso su questo. L’importante è sconfiggere la sinistra».
Le regionali
Guardando oltre il ballottaggio di Taranto, la sfida si sposterà anche sulle elezioni regionali, un banco di prova decisivo per il centrodestra, soprattutto dopo il terremoto che ha colpito lo scorso anno Bari e il Partito Democratico. Durigon lo ha ribadito più volte: «Dobbiamo decidere i candidati il prima possibile. La gente se lo aspetta, mi continuano a chiedere “chi è il candidato?”. Non possiamo più rimandare». E lo ribadisce mentre è in viaggio per partecipare a un evento a Napoli proprio sul tema delle regionali. Quando gli chiediamo se, considerando il risultato ottenuto a Taranto, spetti alla Lega scegliere il candidato da schierare alle Regionali, chiarisce: «Mah, non sono d’accordo. Al di là delle logiche del ‘tocca a me’ o ‘tocca a te’, che ormai non hanno più senso. A noi interessa trovare il profilo giusto, quello che può portare alla vittoria».
Il terzo mandato
Nella corsa per le Regionali, un altro tema agita i rapporti interni: quello del terzo mandato per i presidenti di Regione, su cui la Lega spinge da mesi, mentre Fratelli d’Italia resta più prudente. Durigon liquida la questione con un certo fastidio: «Se ne sta parlando fin troppo. Noi siamo favorevoli, ma ora bisogna pensare ai candidati, manca poco tempo».