Il nuovo presidente della Corea del Sud vuole il «dialogo» con il Nord: «Non importa quanto costi, la pace è meglio della guerra»


Il neo presidente sudcoreano Lee Jae-myung ha promesso la ripresa del «dialogo» con Pyongyang e di migliorare i rapporti con lo Stato eremita. Con un totale inversione di rotta rispetto all’intransigenza del suo predecessore Yoon Suk-yeol. «Non importa quanto costi, la pace è meglio della guerra» ha detto Lee nel suo discorso di insediamento. Promettendo anche di voler «scoraggiare le provocazioni nucleari e militari nordcoreane, aprendo al contempo canali di comunicazione». Nella notte, parlando ai suoi sostenitori a presidenziali vinte, Lee ha ipotizzato politiche di «co-prosperità» con Pyongyang.
Soltanto qualche mese fa Kim Jong-Un è tornato a minacciare il Sud mostrando il cantiere del primo sottomarino nucleare della Corea del Nord. Il predecessore di Lee, Yook Suk Yeol, ha imposto la legge marziale proprio per l’emergenza con Pyongyang. Durante il suo discorso Lee indossava una cravatta blu, rossa e bianca, interpretata come un gesto simbolico di unità nazionale. Il nuovo presidente ha promesso di volersi lasciare alle spalle i conflitti ideologici e di ricorrere a politiche utili. Sul piano esterno, il nuovo presidente ha sostenuto una «diplomazia pragmatica incentrata sugli interessi nazionali» in un contesto di trasformazione economica e di sicurezza globale. Ha affermato che rafforzerà l’alleanza con gli Stati Uniti.