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Elena Belloli ammazzata dal marito, ora i funerali insieme a lui: «Per evitare lo strazio al figlio». È polemica sulla decisione delle due famiglie

10 Giugno 2025 - 09:38 Ugo Milano
omicidio suicidio cene bertocchi belloli funerali comuni
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Saranno celebrati mercoledì 11 giugno a Cene, in provincia di Bergamo, i funerali di Elena Belloli, 52 anni, uccisa a colpi di pistola dal marito Rubens Bertocchi, che si è poi tolto la vita. Le esequie congiunte sarebbero una volontà delle famiglie per proteggere il figlio minore dal trauma di due cerimonie separate

Erano a terra uno accanto all’altra: lei raggiunta da sei proiettili della calibro 22 del marito, lui con un foro a pochi millimetri dal cuore. Saranno uno accanto all’altro anche mercoledì 11 giugno, quando alle 15 nella chiesa parrocchiale di Cene, in provincia di Bergamo, i due feretri si troveranno di fronte all’altare per l’ultimo atto prima della cremazione. Un unico rito per la vittima e per il suo carnefice, poi suicida, che hanno deciso gli stessi familiari di Elena Belloli e Rubens Bertocchi ma che ha inevitabilmente scatenato furiose polemiche. 

L’omicidio-suicidio e le autopsie

La gelosia Rubens Bertocchi la covava da mesi, convinto che la moglie 52enne avesse una relazione con un altro uomo. Giovedì scorso le ha puntato contro la sua calibro 22, acquistata quattro anni fa «per uso sportivo», e ha esploso sei colpi. Stando ai risultati dell’autopsia due hanno raggiunto Elena Belloli alla testa, due al collo, uno al torace e uno di striscio un braccio. L’ultimo, il settimo, Bertocchi lo ha riservato per sé dopo aver scritto un breve messaggio a un conoscente: «Non ce la faccio più, Elena ha un altro. Ormai l’ho ammazzata. Se trovo il coraggio, mi uccido anche io». 

La decisione sui funerali: «Il rischio di un dolore ancor più straziante per il figlio minore»

I corpi, tenuti all’ospedale Papa Giovani XXIII di Bergamo, saranno trasferiti a Cene direttamente per il funerale di mercoledì pomeriggio. Una cerimonia comune che è stata decisa dalle due famiglie in accordo con la parrocchia: «Quel funerale sarà amore. Nonostante il dolore che abbiamo nel cuore, celebreremo l’amore», ha spiegato il parroco, don Primo Moioli. Nella stessa corte di via Fanti dove è accaduto tragico omicidio-suicidio, e dove la coppia viveva con i due figli di 20 e 11 anni, risiedono anche i genitori di Elena Bolelli e la sorella di Rubens Bertocchi. Sono proprio loro, insieme al figlio 20enne, ad aver optato per un funerale in cui i feretri fossero uno accanto all’altro. Una decisione presa «per ridurre al minimo lo strazio per le famiglie», che altrimenti avrebbero dovuto partecipare a due cerimonie distinte. E al contempo per limitare l’impatto psicologico sul figlio più piccolo, perché era concreto il rischio che «vedesse la chiesa piena per la madre e vuota per il padre». 

Le critiche ai funerali comuni: «È violenza anche questa». Il parroco si difende: «Me lo hanno chiesto piangendo»

La decisione, che è stata appoggiata con forza anche dal primo cittadino del paese nella Bergamasca, non è stata vista di buon occhio da molte persone. «È inopportuna e spregevole», ha scritto un utente sui social. «Perché il prete può parlare per la moglie morta assassinata? Chi andrà a piangere lei dovrà pregare anche per lui? Anche questa è violenza, violenza e umiliazione della vittima». O ancora: «Fede e amore, ridicoli… l’ha uccisa! Solo perché c’era un vincolo matrimoniale? Lasciatela in pace almeno ora». Il parroco, parlando alla Stampa, ha difeso la scelta: «Per me fare due funerali sarebbe stato oggettivamente meno complicato. Se sopporto questa gogna mediatica è perché ho guardato negli occhi il papà e la mamma di Elena, me lo hanno chiesto piangendo». In merito, poi, alla frase «celebrare l’amore» ha precisato: «Io non parlavo certo di amore riferendomi a quello fra marito e moglie. A maggior ragione davanti a un atto criminale come quello. Io mi riferivo all’amore delle due famiglie che in un momento così doloroso hanno messo davanti a tutto l’amore per i loro nipoti». Dopo il funerale congiunto, non ci sarà nessun corte funebre. I carri torneranno, nel silenzio più totale, a Bergamo dove i corpi saranno cremati lontano da quella casa di via Fanti.

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