Achille Polonara e la leucemia mieloide: «Forse una connessione con i farmaci per il tumore al testicolo»


Achille Polonara, 33 anni, ha la leucemia mieloide. Il giocatore di basket della Virtus è affetto dal tumore del sangue che colpisce 4 mila persone all’anno in Italia nelle sue due forme, acuta e cronica. Polonara si era fermato nell’ottobre 2023 per una neoplasia testicolare. È tornato in campo dopo due mesi, un intervento chirurgico e la chemioterapia. Repubblica oggi parla della malattia di Polonara con Paolo Corradini, professore di ematologia all’università di Milano. Il quale spiega che dalla leucemia mieloide oggi si può guarire: «E con le terapie attuali la possibilità è molto migliorata. Poi dipende da quale sottotipo genetico di leucemia mieloide si tratta. Ce ne sono molti, un tempo ne conoscevamo un numero ristretto, ora le indagini genetiche permettono di vedere più alterazioni».
Come si affronta la leucemia mieloide
La prima tappa, spiega Corradini, è la chemioterapia: «Ma esistono recenti farmaci non chemioterapici utili nella cura delle leucemie acute. In certi casi, oltre alle terapie si deve ricorrere a un trapianto di midollo da donatore. Questa tecnica attualmente è resa più efficace dall’utilizzo precedente con questi farmaci. La leucemia mieloide, tra l’altro, è la patologia del sangue che porta al maggior numero di trapianti». Negli ultimi anni la conoscenza della malattia è cresciuta «grazie ai progressi dal punto di vista della genetica. Negli ultimi 10-12 anni sono stati sviluppati per questo tipo di leucemia più farmaci di tutti quelli messi a punto nel corso della storia della medicina».
Le nuove terapie
Le nuove terapie, sostiene il professore, «arriveranno anche tra pochissimo. In questo momento ci sono vari prodotti in sperimentazione». Secondo Corradini la leucemia non ha connessioni con il tumore al testicolo: «Può esserci però una connessione con i farmaci utilizzati per quel tumore, ma non lo si può dire con certezza. Di solito passano almeno cinque anni tra la leucemia e il trattamento oncologico precedente. In questo caso gli anni sono meno, due». L’incidenza dei casi in Italia è di 2-3 «per 100 mila abitanti all’anno. Quindi le nuove diagnosi sono tra le 1.800 e le 2,000. Con la popolazione italiana che sta invecchiando, possiamo dire che si tratta di una patologia in aumento, visto che negli anziani è più frequente».