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Villa Pamphili, spunta un testimone: «Ho visto Kaufmann ubriaco appoggiare la bimba sul sedile di uno scooter»

17 Giugno 2025 - 13:57 Cecilia Dardana
kaufmann mail
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Sono tanti gli elementi ancora poco chiari in questa vicenda. A partire da ciò che è accaduto nei giorni precedenti il ritrovamento dei corpi

«Ubriaco, barcollante, con una bottiglia di vino in una mano e la bambina in lacrime sull’altro braccio». Non è passato inosservato Rexal Ford, nome peraltro che abbiamo scoperto essere falso: quello vero è Francis Kaufmann. È in questo stato di degrado che un testimone l’ha visto con la piccola ancora in vita (sua figlia, a suo dire) poche ore prima che lui la uccidesse. Come riporta il Corriere della Sera, sono le 18.12 del 5 giugno. Rexal Ford/Francis Kaufmann si trova in largo Benedetto Cairoli, visibilmente alterato e infastidito dalla bimba: «A un certo punto l’ha appoggiata sul sedile di uno scooter in sosta», racconta il testimone. Che non è l’unico ad averlo notato: altre due persone raccontano di averlo visto in quelle ore ed entrambi descrivono la piccola con lo stesso vestito rosa trovato in un cestino dei rifiuti non lontano da dove era il suo corpo senza vita, nelle sterpaglie di Villa Pamphili. Ma sono tanti gli elementi ancora poco chiari in questa vicenda. A partire da ciò che è accaduto nei giorni precedenti il ritrovamento dei corpi. Ma anche per le bugie che Kaufmann ha raccontato circa la sua identità, la sua carriera, il suo rapporto con la donna che lui diceva essere sua moglie e che si faceva chiamare Stella Ford, nome che però all’anagrafe non esiste.

Kaufmann era già stato arrestato cinque volte

Prima un brevissimo recap: il 7 giugno, intorno alle 16.30, è stato trovato il cadavere di una bambina di circa 6-8 mesi in una radura trasformata in discarica a Villa Pamphili, a Roma. Quasi quattro ore dopo, a poca distanza, è stato rinvenuto il cadavere di una donna in un sacco nero. Si tratta di madre e figlia. Entrambe sono state trovate nude ma non presentano segni di violenze. La piccola verosimilmente è stata strangolata, la donna, ancora oggi senza identità (forse di nazionalità russa o comunque dell’Est), non si sa come sia stata uccisa. Il 13 giugno è stato fermato in Grecia, a Skiathos, un uomo di 46 anni, cittadino americano, di nome Francis Kaufmann, presunto responsabile di quello che la Procura di Roma ritiene essere un duplice omicidio. Viene fuori che Kaufmann dagli Stati Uniti si è allontanato già nel 2021. Lì è stato arrestato cinque volte per violenza domestica e aggressioni e ha scontato 120 giorni di carcere «per aggressione con arma letale che ha causato gravi lesioni fisiche». Probabilmente un accoltellamento.

I misteri e le bugie sui giorni antecedenti i delitti

Gli inquirenti stanno tentando di ricostruire i giorni di Kaufmann, della donna e della bambina nei giorni antecedenti il ritrovamento dei cadaveri. Prima di quel 5 giugno in cui è stato visto ubriaco con la bottiglia di vino in mano e la bambina in lacrime in braccio, un commerciante riferisce di averlo visto il 3 giugno, sanguinante nei pressi di Campo de’ Fiori. Accanto a lui, seduta su un gradino, una donna intenta a medicarlo con la bambina in braccio. «Era triste – riferisce il commerciante – e gli diceva in inglese: “Sei stupido”». Quella stessa donna, pochi minuti prima, aveva dichiarato agli agenti di chiamarsi Stella Ford, come sostenuto dall’uomo, e lo aveva difeso dicendo che «è la prima volta che si ubriaca così». Ecco una prima bugia. Perché ubriaco era anche il 20 maggio, quando, in via Giulia, l’uomo è stato visto strattonare la donna. Lei, anche in quel caso, aveva preso le sue parti davanti ai poliziotti, assicurando di non essere stata aggredita e che quella ferita al capo lui se l’era procurata «andando a sbattere contro lo spigolo di un muro di un palazzo», proprio a causa della sua ubriachezza. «Io e lei non abbiamo litigato, è mia moglie», ripete lui. Matrimonio che sarebbe avvenuto a Malta e di cui gli inquirenti stanno ancora cercando un certificato che al momento non è stato ancora trovato. Lei è sprovvista di documenti, ma queste spiegazioni vengono ritenute sufficienti dagli agenti.

La presunta carriera da regista

Ma, come riporta il Corriere della Sera, è su una ragnatela di bugie che Kaufmann ha costruito la sua carriera da regista, millantando film pronti da girare e raggirando investitori navigati. Ian Franses, direttore di una società inglese di investimenti in campo cinematografico, lo aveva pure raccomandato a una nota azienda di consulenza della Capitale. «Rexal (il produttore non sapeva che quello non fosse il suo vero nome, ndr) mi ha chiesto di aiutarlo a raccogliere i fondi per il suo film intitolato Food Fight». Tant’è che Franses si era prodigato per lui: «Vorrei presentarvi Rexal Ford — recita una mail inviata da Franses a una società di consulenza cinematografica con sede ai Parioli, a Roma, il 28 aprile — è lo sceneggiatore, direttore e uno dei produttori del film. Rexal è a Roma, sta aspettando le disponibilità per completare il cast, il budget si aggira intorno ai 3 milioni di euro: vorremmo che consideraste l’ipotesi di diventare il co-produttore italiano e che vi occupaste dell’accesso al Tax Credit». Come scrive Repubblica, Kaufmann, aggiunge Franses, «avrebbe piacere di incontrarvi, può inviarvi per mail l’ultima versione della sceneggiatura». E grazie all’intercessione di Franses, Kaufmann ottiene un incontro con la società. Che avviene il 7 maggio, quando lui, insieme alla donna e alla neonata, si reca negli uffici e intrattiene un colloquio di un’ora e mezza. Poi, a omicidio consumato, circa un mese dopo, invia una mail per rassicurare gli agenti: «Sto lavorando per ambientare il soggetto in Italia». Bugia. Kaufmann è già beccato dalla squadra mobile.

I lavori come autore e produttore cinematografico

L’uomo, poi, millanta una legame di parentela con la rockstar americana Lita Ford, chitarrista e cantante statunitense di origine britannica, prima membro delle Runaways, poi con una carriera solista. «È mia madre», dice. Dettaglio che spalanca le porte al grande inganno del cinema. Sul sito di settore Imdb, evidenzia Repubblica, è lui stesso a definirsi «autore e produttore» di nove film. Dalla versione spagnola di Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia a The king of light — The order of the dark gods, un fantasy. C’è poi Starfighter, primo capitolo di una presunta trilogia, ma la scheda del film è vuota. Sulla pagina di Stelle della notte c’è solo una foto della Fontana di Trevi: «La trama — si legge — è tenuta segreta». Chissà se c’è mai stata, verrebbe da aggiungere. Poi l’ultimo film mai pubblicato: The great culinary battle of Malta. La descrizione è corredata da poche immagini di gamberi e aragoste. Nel cast figurano Debi Mazar, attrice nota per Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese. E poi Jonathan Rhys Meyers, visto in Velvet Goldmine e Match Point di Woody Allen. L’ennesima bufala.

Il messaggio vocale mandato allo scrittore Federico Carro

È spuntato poi un messaggio vocale, che Repubblica ha pubblicato in esclusiva, che Kaufmann ha mandato il 5 giugno allo scrittore Federico Carro. «Mia moglie mi ha lasciato, è tornata con il suo ex fidanzato che ha tanti soldi. Non vuole essere più una madre (bugia, ndr). Io sono tornato a Roma da solo insieme alla bambina». Che era con la bambina, ancora viva, è vero: nell’audio infatti si sente in sottofondo il pianto della piccola. Due giorni dopo verrà ritrovata senza vita. «Sto realizzando un progetto in cui è coinvolto anche Dhani Harrison — Kaufmann assicura ancora a Carro, con il quale avrebbe voluto realizzare un film — il figlio di George Harrison dei Beatles». Probabilmente anche questa è una bugia. Ma il senso voleva essere: non sono nei guai. «Mi stavo chiedendo se la tua casa fosse disponibile — domanda ancora allo scrittore — se potessimo venire io e la bambina, sarebbe l’occasione per passare un po’ di tempo insieme. Poi, vorrei tornare negli Stati Uniti o in Inghilterra». E invece adesso si trova in Grecia, nel carcere di Volos, a Skiathos, accusato di omicidio e occultamento di cadavere, in attesa dell’estradizione in Italia. Estradizione cui il 46enne si sarebbe opposto. Spetterà dunque alla Corte d’Appello di Larissa decidere. Intanto però questo ha fatto lievitare le tempistiche: dai venti giorni previsti ad almeno due mesi.

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