Due gemelle siamesi unite dalla testa operate a Monza, l’intervento ad alto rischio durato 48 ore: una non sopravvive


Intervento storico all’ospedale San Gerardo di Monza: un’équipe internazionale ha portato a termine la separazione di due gemelline siamesi originarie del Senegal di due anni e mezzo, unite dalla nascita in una delle forme più rare di fusione cranio-encefalica. Le due bambine, giunte in Italia nel luglio 2024 grazie alla collaborazione tra la Smile House Fondazione ETS e la World Craniofacial Foundation, presentavano una complessa connessione sia a livello delle ossa del cranio, del sistema vascolare e anche dei tessuti cerebrali. Si tratta di una condizione che si verifica in un caso su 2,5 milioni di nascite, con meno di 60 separazioni effettuate in tutto il mondo dal 1950 a oggi.
L’operazione e le parole della famiglia
L’intervento, durato 48 ore consecutive, ha coinvolto un’équipe multidisciplinare di altissimo livello, supportata da specialisti europei e statunitensi con esperienza in casi analoghi. Sono state impiegate tecnologie avanzate, come simulazioni virtuali 3D, in collaborazione con centri d’eccellenza lombardi: l’Istituto Neurologico Besta, il Policlinico di Milano e il Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La piccola T. non ha superato la fase finale dell’intervento. La sorella, D., è attualmente ricoverata in terapia intensiva neurologica.
Come sta la gemellina sopravvissuta
I medici parlano di progressivi miglioramenti che potrebbero permetterle, per la prima volta, di avviarsi verso una forma di autonomia motoria. «Anche nel momento del grande dolore, con la morte della nostra piccola, la tenacia dei medici nel curare ci ha dato la forza e il coraggio per affrontare quella perdita – raccontano i genitori delle gemelline – Lo staff è diventato una famiglia: qui hanno davvero sostituito la nostra». Un intervento simile, ma meno complesso nelle modalità, era stato effettuato al Bmabino Gesù di Roma nel 2020, anche in quel caso vennero separate le teste di due bambine di due anni.
Foto di copertina: Danilo Schiavella/ANSA