Lollobrigida scatenato per la legge sulla caccia, così monta un video per dare del bugiardo a Giovanni Storti (e Bonelli) – Il video


Il comico Giovanni Storti, Angelo Bonelli e Fanpage: tutti nel mirino di Francesco Lollobrigida. In un video pubblicato sui social media, il ministro dell’Agricoltura ha fornito specificazioni riguardo alle modifiche proposte dalla maggioranza per la legge 157/1992, che regola la caccia sul territorio italiano. Un montaggio di immagini dinamico in cui colora con il cartello «Falso» piccoli spezzoni di video girati da chi contrappone la riforma. E a questi contrappone brevi smentite fornite da lui stesso in aula.
Il botta e risposta costruito da Lollobrigida
«Si estendono le aree cacciate», inizia così, con una frase di Giovanni Storti, il video «contro la disinformazione». A cui il ministro replica: «Dire che si potrà cacciare in spiaggia è semplicemente una fake news». «Si possono usare esche viventi, aumentano le specie a cui possono dare la caccia da 7 a 47», continua il video ma Lollobrigida specifica: «Non è vero che sia previsto ampliamento delle specie utilizzabili nella pratica venatoria come richiami vivi, rimangono quelle ammesse nella legislazione vigente». Il botta-e-risposta montato continua. «Vengono riaperti gli impianti di cattura dei richiami vivi», è l’accusa smentita dal ministro dell’Agricoltura: «Non è vero che ci siano modifiche nel merito riguardo impianti di cattura».
La caccia nelle spiagge e dopo il tramonto
Stessa dinamica per la presunta apertura alla caccia delle aree demaniali e delle spiagge e per l’estensione degli orari: «Non è vero che si ammette l’esercizio della caccia nelle aree demaniali marittime, tantomeno in quelle frequentate per finalità ricreative ed escursionistiche. E non è vero che si modificano gli orari in cui è possibile svolgere l’attività venatoria». Da ultimo, Francesco Lollobrigida ribatte all’accusa di «rischi enormi» che la misura comporterebbe: «La diffusione incontrollata della fauna selvatica produce danni sul piano ecologico e ambientale derivanti da alterazioni ecosistemiche che determinano squilibri tra le specie. Rischi sul piano sanitario. Danni all’attività agricola derivanti dall’eccessiva presenza della fauna selvatica. Problemi sul piano civilistico e sociale. Pericolo per la pubblica sicurezza per il verificarsi di incidenti stradali e anche mortali». Poi rilancia la palla all’aula: «Il nostro modello democratico prevede un’iter parlamentare e ci sarà in Parlamento il confronto ampio con le associazioni di ogni genere». Ma specifica: «Noi la riforma intendiamo portarla avanti».