Dove è finito l’uranio dell’Iran? I dubbi sullo spostamento e il rischio di un grande bluff


Dove è finito l’uranio dell’Iran? Che fine hanno fatto gli oltre 40 chili di materiale arricchito al 65% U-235 di Teheran? I seguaci di Ali Khamenei hanno detto di averlo spostato prima dell’attacco degli Stati Uniti al sito di Fordow. Ma secondo l’amministrazione Usa è una bufala. Mentre la Cia sostiene di avere informazioni di intelligence credibili sull’intero programma nucleare civile dell’Iran: è stato severamente danneggiato e gli impianti colpiti sono stati distrutti. Questo porterà a ritardare il programma di anni.
Il rapporto
Donald Trump ha sentito il bisogno di scrivere in maiuscolo che il programma nucleare di Teheran è stato devastato. Le 14 bombe Gbu-57 (bunker-buster) hanno scavato nella montagna atomica di Fordow fino a distruggere l’intero laboratorio, secondo l’amministrazione. Mentre la Cina dice che questo è impossibili perché gli ordigni hanno un raggio d’azione di sessanta metri e Fordow si trovava a novanta. Un rapporto del Pentagono mette in dubbio i risultati del raid. Mentre secondo il New York Times l’Iran potrebbe avere altri siti minori di arricchimento. Nel sito di Natanz, 220 km a sudest di Teheran, il primo a essere colpito da Israele, c’erano circa 10 mila centrifughe, ma sufficienti per un arricchimento al 5%, dunque nei limiti di un programma nucleare civile.
Il programma dell’Iran
Secondo Leavitt quello che si trova sul territorio «è sepolto sotto chilometri e chilometri di macerie a causa del successo degli attacchi di sabato sera». Mentre l’Aiea non ha rilevato cambiamenti nelle radiazioni perché «ha perso visibilità su questo materiale dal momento dell’inizio delle ostilità», ha dichiarato il suo direttore generale, Rafael Grossi, alla televisione francese. Secondo un documento classificato riportato martedì dal media americano Cnn, gli attacchi avrebbero fatto arretrare il programma nucleare di Teheran solo di pochi mesi, senza distruggerlo completamente, contrariamente alle ripetute affermazioni di Trump.
Lo spostamento dell’uranio
A Fordow invece si trovavano le centrifughe che stavano arricchendo l’uranio al 60%. Per una bomba bisogna arrivare al 90%. L’U-235 è un isotopo già presente nell’uranio, ma sotto l’1%. I processi di «arricchimento» aumentano la concentrazione. Nei giorni del bombardamento le foto satellitari avevano mostrato movimenti di camion intorno al sito. E si pensava a spostamenti verso Isfahan. Ma l’uranio non si trasporta con facilità. Per questo ci sono molti dubbi sull’annuncio del governo iraniano riguardo lo spostamento dell’uranio. «Posso dirvi che gli Stati Uniti non hanno avuto alcuna indicazione che l’uranio altamente arricchito sia stato spostato prima degli attacchi, come ho visto anche riportato erroneamente», ha dichiarato a Fox News la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.
La conferenza stampa di Heghset
Per oggi 26 giugno è in programma una conferenza stampa di Pete Hegseth, segretario alla difesa. Proprio «per difendere la dignità dei nostri grandi piloti americani», ha spiegato Trump. E per aiutare l’amministrazione nel far passare l’idea che i raid sono stati utili per fermare l’Iran per anni, come ha detto il presidente. Anche se l’uranio non si trova. E tutto potrebbe ricominciare da capo.