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«I tagli di Trump agli aiuti Usa provocheranno 14 milioni di morti». Lo studio shock su The Lancet

Usaid tagli trump 14 milioni di morti
Usaid tagli trump 14 milioni di morti
I tagli ai programmi UsAid voluti dalla Casa Bianca potrebbero portare secondo la ricerca alla morte «evitabile» di 4,5 milioni di bambini entro il 2030

I drastici tagli agli aiuti allo sviluppo decisi dall’amministrazione Trump rischiano di avere conseguenze catastrofiche. Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista scientifica The Lancet, la riduzione dell’83% dei finanziamenti statunitensi, confermata a marzo dal segretario di Stato Marco Rubio, potrebbe provocare oltre 14 milioni di morti evitabili entro il 2030, di cui oltre 4,5 milioni di bambini sotto i cinque anni. La proiezione si basa su modelli statistici che considerano l’impatto dei fondi UsAid sui Paesi a basso e medio reddito, e descrive uno scenario definito dai ricercatori come «paragonabile a una pandemia globale o a un grande conflitto armato». Davide Rasella, professore al Barcelona Institute for Global Health e coautore dello studio, ha specificato che «i tagli rischiano di arrestare, o persino invertire, due decenni di progressi in ambito sanitario tra le popolazioni più vulnerabili». Secondo lo studio, tra il 2001 e il 2021, grazie ai finanziamenti dell’UsAid, sarebbero state salvate oltre 90 milioni di vite nei Paesi in via di sviluppo.

Cos’è l’Usaid

L’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (UsAid) è stata creata negli anni ’60 per gestire gli aiuti umanitari del governo americano. Conta circa 10mila dipendenti, di cui due terzi all’estero, ed è attiva in oltre 60 Paesi. Il suo operato spazia dalla fornitura diretta di alimenti e vaccinazioni, alla gestione del sistema di allerta per le carestie, fino al supporto nella prevenzione di epidemie. Solo nel 2023, l’UsAid ha gestito circa 40 dei 68 miliardi di dollari che gli Stati Uniti hanno destinato agli aiuti internazionali. Nonostante per il bilancio degli Stati Uniti le spese in aiuti umanitari rappresentino solo lo 0,6%, l’impatto che questi fondi hanno sui paesi che ne beneficiano è enorme.

Un effetto domino internazionale

L’assenza degli Stati Uniti dalla conferenza Onu in corso a Siviglia, la più grande sugli aiuti umanitari degli ultimi dieci anni, segna simbolicamente la ritirata americana dal sistema globale degli aiuti. Ma le ripercussioni sono già evidenti: anche Regno Unito, Francia e Germania hanno iniziato a ridurre i propri contributi, seguendo l’esempio americano. Secondo le Nazioni Unite, il settore umanitario sta affrontando «i tagli più gravi di sempre». Nei campi profughi del Kenya, centinaia di migliaia di persone «stanno morendo lentamente di fame», ha riferito un funzionario Onu, dopo la drastica riduzione delle razioni alimentari causata dalla carenza di fondi.

Lo stop della Corte Suprema

Durante il suo secondo mandato, Donald Trump ha più volte ribadito la volontà di concentrare la spesa pubblica all’interno del Paese, riducendo drasticamente quella estera. I tagli all’UsAid sono stati supervisionati da Elon Musk, che prima dello strappo con il tycoon, è stato a capo del Doge l’agenzia che si è occupata di tagliare la spesa pubblica, compresa quella dell’Usaid. Nel marzo di quest’anno, però, i giudici della Corte Suprema americana avevano bloccato il tentativo di Musk e Trump di sospendere anche gli aiuti previsti prima dell’insediamento del presidente, ordinato alla Casa Bianca di pagare oltre 1,5 miliardi di dollari di aiuti “in arretrato”.

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