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L’allarme dell’Ingv: «Abbiamo un’emergenza nazionale nei Campi Flegrei. L’area più a rischio è quella di Astroni-Agnano»

02 Luglio 2025 - 22:43 Alba Romano
napoli terremoto campi flegrei pozzuoli
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Le parole Fabio Florindo, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, audito oggi dalla commissione parlamentare d'inchiesta. «C'è un 40-50% di probabilità che ricada in questa zona l'apertura di bocche con emissione di flussi piroclastici»

«A Napoli abbiamo un’emergenza nazionale nell’area dei Campi Flegrei. Abbiamo degli scenari di pericolosità e la probabilità di apertura di bocche eruttive nei Campi Flegrei». Queste le parole di Fabio Florindo, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, audito oggi dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico. Il presidente dell’Ingv ha mostrato alla commissione delle mappe che «sviluppate con due sistemi diversi – ha detto – danno a grandi linee lo stesso scenario. L’area più critica, da tenere sotto osservazione, è quella di Astroni-Agnano. È un’area preoccupante». Secondo quanto riferito da Florindo, in particolare, «c’è un 40-50% di probabilità che ricada in questa zona l’apertura di bocche con emissione di flussi piroclastici». Nel corso dell’audizione, Florindo ha parlato del rischio vulcanico quiescente, citando due punti: «Il Vesuvio, che ha visto l’ultima eruzione nel 1944, e i Campi Flegrei, la cui ultima eruzione risale al 1538».

Il limite massimo fissato a magnitudo 5.5

«La situazione nei Campi Flegrei – sottolinea Florindo – è preoccupante sia dal punto di vista sismico che del rischio vulcanico: purtroppo quella è un’area vulcanica attiva e al momento è in uno stato non certo di quiete. Sono da 20 anni circa che c’è questa attività di bradisismo e sollevamento. Al momento il sollevamento è di circa un centimetro e mezzo al mese. Ha avuto picchi recenti nella seconda parte del mese di febbraio è stato di 3 centimetri al mese, quindi è in sollevamento e da quello che abbiamo visto fino a che continua a sollevarsi avremo scosse sismiche. Gli eventi che ci possono essere chiaramente sono proporzionali alle strutture tettoniche o alla geologia del posto, e dagli scenari, dai modelli fatti difficilmente possiamo andare oltre un magnitudo 5.5, quello dovrebbe essere veramente il limite massimo». «Però – sottolinea – quando ci sono eventi come quello di 4.6 dell’altro giorno si accumulano i danni agli edifici, almeno quelli più in condizioni precarie, e a furia di scosse quelli più danneggiati potrebbero venir giù. So che ci sono dei controlli nelle abitazioni ma so allo stesso tempo che tante persone si rifiutano di far controllare le proprie case perché hanno paura poi di essere sgomberati e questo è certamente un problema».

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