Lo sfogo della figlia di Claudio Donnaloia, il diportista di Taranto morto in mare: «Quanta ipocrisia e saccenza, che disgusto»


A seguito del ritrovamento del corpo di Claudio Donnaloia e mentre le ricerche degli altri tre dispersi sono ancora in corso, c’è già un clima di polemiche e accuse che aleggia intorno alla tragedia che ha coinvolto i quattro diportisti di Taranto. A denunciarlo è la figlia dell’unico uomo fin qui ritrovato, che ha affidato ad un post sui social il suo sfogo: «Quante cavolate ho dovuto leggere, quanta ipocrisia, quanta saccenza, tutti lupi di mare pronti a sparare sentenze, tutti esperti, privi di empatia e rispetto. Che disgusto». Aggiunge la figlia in un messaggio che è anche un saluto al padre: «Continuavo a guardare il mare nella speranza di vedervi rientrare, il mare che è sempre stato la mia cura è diventato improvvisamente il mio veleno. Sei andato via facendo la cosa che ti piaceva di più, pescare. Non mi ero ancora abituata a vivere senza la mamma. E adesso tu ci hai lasciato. Fai buon viaggio Papy»
Le critiche sulla scelta dei quattro uomini
La figlia di Claudio Donnaloia ha replicato così alle accuse e alle insinuazioni che negli ultimi giorni hanno iniziato a circolare sui social e per le vie della città. In particolare, alcuni commenti hanno sollevato dubbi sulla scelta dei quattro uomini di uscire in mare con una barca di sette metri nonostante i forti venti di tramontana e le onde alte tre metri. Sulla stessa linea anche la Protezione civile Era Magna Grecia, il gruppo in cui faceva volontariato da anni Claudio Donnaloia: «Non è tempo di processi né patiboli. È il momento del silenzio, del lutto, del rispetto». E concludono poi: «Non riusciamo ancora ad accettare quanto accaduto. E quanto sta accadendo. Così come non sopportiamo i lupi di mare di turno, gli esperti, i tuttologi del nulla. È stata una enorme leggerezza andare in mare in quelle condizioni, lo sappiamo benissimo. E ci sembra che sia stata pagata amaramente, e che sia inutile girare il dito nella piaga. Abbiamo letto commenti privi di qualsiasi minimo rispetto per i quattro dispersi del semicabinato. Partoriti da ignoranti, la peggiore razza umana esistente sulla terra. Vergognatevi».
Le ipotesi
Intanto le operazioni di ricercano continuano a largo del golfo di Taranto, anche se, come spiegano i soccorritori, il fondale marino in quelle zone può raggiungere fino ai 1000 metri di profondità, il che rende estremamente difficoltose le operazioni di recupero. Tra le ipotesi al momento al vaglio ci potrebbe essere un’improvvisa avaria del motore che avrebbe lasciato l’imbarcazione in balia del mare mosso, o anche che la barca abbia iniziato ad imbarcare acqua affondando inesorabilmente.