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Arriva il bonus Ue per le aziende che si impegnano per la tutela dell’ambiente: come funzionano i nuovi «crediti natura»

07 Luglio 2025 - 13:39 Gianluca Brambilla
crediti natura ue
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Bruxelles lancia un progetto pilota per aprire un mercato dei crediti naturali. L'obiettivo è aumentare gli investimenti privati in biodiversità

Quanto vale un albero piantato, un campo coltivato senza pesticidi o un’area naturale ripristinata? Finora la risposta era “quasi nulla”, almeno da un punto di vista economico, ma le cose stanno per cambiare. La Commissione europea ha svelato, infatti, la propria strategia per creare un mercato europeo dei «crediti natura», una sorta di bonus che viene riconosciuto a chi si impegna nella tutela dell’ambiente e che punta ad aumentare gli investimenti delle aziende nella transizione verde.

Più soldi per la biodiversità

Bruxelles si è impegnata a destinare il 10% del proprio bilancio alla tutela della biodiversità entro il 2027-2027. Eppure, anche con questo impegno, l’Ue stima che ci sia bisogno di altri 37 miliardi di euro all’anno di finanziamenti. A coprire questa cifra dovranno pensarci necessariamente i privati. Ed è proprio a loro, non a caso, che si rivolge il sistema dei «crediti natura» su cui è al lavoro la Commissione europea. L’esecutivo di Ursula von der Leyen ha pubblicato la tabella di marcia del progetto, che partirà già quest’anno e coinvolgerà un gruppo di esperti, incaricati di guidare lo sviluppo tecnico e normativo, definire i criteri, le metodologie e i meccanismi di governance. Il progetto pilota durerà fino al 2027 e sarà finanziato da fondi Ue già esistenti. Conclusa questa prima fase, la Commissione valuterà i passi successivi per sviluppare un vero e proprio mercato europeo dei crediti di natura, con attenzione particolare alle piccole e medie imprese.

Il 75% delle imprese europee dipende dalla natura

Nel presentare l’iniziativa, la commissaria europea per l’Ambiente, Jessika Roswall, ha sottolineato lo stretto legame che unisce l’economia europea con gli ecosistemi. «Il 75% delle nostre imprese dipende dalla natura. Eppure, l’80% della natura in Europa è in cattivo stato», ha spiegato la politica svedese. Non si tratta, ha assicurato Roswall, «di trasformare la natura in una merce, ma di riconoscere e premiare le azioni che la ripristinano e la sostengono».

Come funzioneranno i «crediti natura»

I «crediti natura» sono strumenti pensati per dare un valore economico concreto a tutti quegli interventi che proteggono l’ambiente o ripristinano la biodiversità. In pratica, chi realizza progetti come piantare alberi, ripristinare torbiere o praticare agricoltura sostenibile – valutati e certificati da un’organizzazione indipendente – potrà ricevere in cambio dei crediti che attestano l’impatto positivo sull’ambiente. Questi crediti potranno poi essere venduti a soggetti pubblici o privati interessati a compensare il proprio impatto ambientale o a sostenere iniziative green. Il meccanismo è simile a quello dei crediti di carbonio, che l’Europa già usa da diversi anni per regolare le emissioni di CO₂. La differenza è che i crediti di carbonio si basano sulle tonnellate di anidride carbonica evitate o assorbite, mentre i crediti natura misurano il miglioramento della biodiversità.

Quali sono i Paesi Ue che già hanno i «crediti natura»

Diversi Paesi Ue stanno già testando iniziative basate sui crediti naturali. Francia, Finlandia e Irlanda hanno avviato progetti guidati dai governi, mentre in altri otto Paesi – Italia, Germania, Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia e Svezia – sono guidati dalla società civile o dagli amministratori locali. La roadmap presentata oggi a Bruxelles potrebbe aprire di fatto la strada all’istituzione di un sistema a livello europeo.

Foto copertina: Dreamstime/Uschi Hering

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