I neonazi di Torino che si riunivano nel locale di un comunista: «Ho capito quando ho visto la bandiera del Terzo Reich»


C’è anche il figlio di un assessore piemontese nell’inchiesta su neofascisti e neonazisti a Torino. I pm Manuela Pedrotta e Davide Pretti hanno chiesto e ottenuto dalla gip Paola Odilia Meroni il sequestro del locale in cui si riunivono. 17 gli indagati di Avanguardia Torino. Per i reati di «associazione finalizzata alla propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa». Ma hanno anche aggredito quattro cittadini marocchini ai Murazzi. Il locale ha anche ospitato un raduno di neonazisti europei tra il 15 e il 16 giugno 2004.
Gli indagati
La giudice Meroni non ha dubbi: «È un’associazione con una struttura gerarchica». L’accusa individua come indagati di spicco Enrico Forzese, ex Fratelli d’Italia, Mattia Borsella (fermato dalla polizia francese il 25 novembre 2023 durante una manifestazione a Roman sur Isere) e Matteo Marzorati. Tra i militanti anche Matteo Vignale, figlio dell’assessore regionale al Patrimonio e Personale Gian Luca Vignale (non indagato). La Stampa parla con Umberto Ruggiero, ovvero il proprietario del locale al piano terra affittato dai neonazi. «Quando hanno sequestrato il mio locale ho provato un senso di liberazione. Io sono comunista. Come pensa che mi sia sentito, a sapere che dentro al mio immobile c’erano i fascisti?», dice il 71enne ex Carc iscritto al Partito Comunista da mezzo secolo.
L’affittuario
Ruggiero dice che non sapeva che i suoi locatari fossero nazisti: «No. L’ho saputo poco tempo fa. La richiesta di affitto del locale mi era stata fatta da parte di Emanuele Picone, un ragazzo titolare di una società, che mi aveva spiegato, insieme ad altri tre ragazzini, che avevano bisogno di un luogo per studiare la storia. Mi sembrava un buon proposito». Ha capito che gli avevano mentito «quando all’ultima riunione di condominio alcuni vicini del palazzo a fianco si sono lamentati, giustamente, dopo aver visto appesa fuori una bandiera del Terzo Reich. Ma l’amministratore rispose che non si poteva fare nulla». Ha provato a contattare un avvocato: «Mi disse che non potevo cacciare quei ragazzi, visto che pagavano regolarmente l’affitto. Ma avrei dovuto aspettare la scadenza del contratto, nel 2026. Ecco perché ieri mattina, quando i carabinieri mi hanno chiamato per avvisarmi della messa dei sigilli, sono stato contento».
Il sequestro
Per questo ora è felice del sequestro: «Sono iscritto al partito da quando sono maggiorenne. Da quando c’era Berlinguer. Sono stato anche nei Carc, partito per il governo di blocco popolare. Sono un militante vero. Questa sera vado a una riunione con il Pci, Potere al popolo e tutti i molti rappresentanti in cui la sinistra si è sfaccettata. Ho partecipato a molte manifestazioni. Seguo la causa palestinese, per Gaza». E sul fascismo dei ragazzi, dice, «da buon comunista, io credo che non ci sia molto da stupirsi, visto che il fascismo è frutto dell’imperialismo e del capitalismo, quando sono in difficoltà. È proprio quella la fase in cui i fascisti riemergono».