Dazi, l’Ue non riceverà la lettera di Trump: scadenza posticipata al 1° agosto. Il Financial Times: «Londra otterrà condizioni migliori dagli Usa»


L’Unione europea non riceverà una lettera dagli Stati Uniti con nuovi dazi. Lo ha annunciato Maros Sefcovic, commissario europeo al Commercio, intervenuto al Parlamento europeo di Strasburgo proprio nel giorno in cui scade la “tregua commerciale” con Washington. «Mentre altre nazioni hanno dovuto affrontare dazi più elevati da parte degli Stati Uniti a seguito delle lettere inviate lunedì dal presidente Trump, i nostri negoziati hanno permesso all’Ue di evitarli», ha precisato Sefcovic rivolgendosi agli eurodeputati. Washington e Bruxelles hanno concordato un’estensione dello status quo fino al primo agosto, così da avere più tempo per continuare a negoziare e «raggiungere una conclusione soddisfacente, potenzialmente anche nei prossimi giorni».
La Bce: «Crescita eurozona anche con dazi Usa al 10%»
Ad anticipare come potrebbe risentire l’economia europea dei dazi americani è la Bce. Secondo Philip Lane, membro del board e capo economista dell’Eurotower, «l’economia europea continuerà a crescere» anche qualora la Casa Bianca decidesse di imporre tariffe del 10%, anche se «più lentamente rispetto a quanto faceva prima con il libero scambio»..
Il Regno Unito «favorito» rispetto all’Ue
Secondo il Financial Times, il Regno Unito ha conquistato un vantaggio commerciale rispetto all’Unione Europea nei rapporti con Washington. Londra avrebbe infatti ottenuto dazi più bassi su diversi settori chiave, grazie a un accordo bilaterale più favorevole rispetto a quello a cui sta lavorando la Commissione europea. Bruxelles sarebbe pronta a siglare «un’intesa quadro temporanea che fissi le tariffe reciproche al 10%, mentre i colloqui sul corposo dossier sono destinati a proseguire».
Le trattative di Londra
Nel dettaglio, il governo britannico ha negoziato una tariffa ridotta del 10% sull’esportazione di 100.000 automobili verso gli Stati Uniti, evitando il pesante prelievo del 25% imposto agli altri esportatori, oltre alla promessa di un trattamento preferenziale anche su acciaio, alluminio, prodotti farmaceutici, legname, rame e motori a reazione. L’Unione Europea, invece, è ancora impegnata nei negoziati con l’amministrazione Trump. L’intesa che si sta profilando prevede un dazio reciproco del 10%, senza però gli sconti settoriali concessi a Londra. Secondo fonti diplomatiche, Bruxelles non ha ottenuto garanzie su riduzioni delle tariffe per acciaio, farmaci o semiconduttori e resta esposta a possibili nuove misure. È infatti probabile che l’Unione possa essere una delle possibili destinatarie delle lettere di Trump a strettissimo giro.
Von der Leyen: «Momento del rischio ma anche delle opportunità»
«La nostra linea è stata chiara: saremo fermi. Ma preferiamo una soluzione negoziata», aveva detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen intervenendo all’Europarlamento. «Stiamo lavorando a stretto contatto con l’amministrazione Usa per raggiungere un accordo e ho avuto un proficuo scambio con il presidente Trump all’inizio della settimana per contribuire a far progredire le cose. Stiamo cercando un quadro chiaro, da cui continuare a costruire. Restiamo fedeli ai nostri due principi. Difendiamo i nostri interessi. Continuiamo il lavoro in buona fede». Conclude la presidente sottolineando l’imprevedibilità di Trump: «Ci prepariamo a tutti gli scenari». Proprio per questi motivi von der Leyen lascia aperta la porta a nuove opportunità: «Questo è il momento del rischio, ma anche delle opportunità da cogliere per l’Ue, per sviluppare accordi commerciali con altre economie nel mondo, che sono alla ricerca di partner su cui poter contare».
Merz: «Negoziati troppo complicati»
Secondo diversi osservatori, Bruxelles ha pagato un approccio troppo attendista. «L’accordo con il Regno Unito era migliore di questo», ha commentato un diplomatico europeo. «È una sorpresa, visto quanto a lungo abbiamo negoziato». Critiche sono arrivate anche da capitali europee e ambienti industriali: il numero uno di LVMH Bernard Arnault ha parlato di un avvio «sbagliato», mentre il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha definito «troppo complicato» l’approccio della Commissione.
Foto copertina: EPA/Guillaume Horcajuelo | Maros Sefcovic, commissario europeo al Commercio