Chi è malato di tumore avrà diritto a due anni di congedo dal lavoro: cosa prevede il nuovo ddl sui malati oncologici


È stato approvato all’unanimità il disegno di legge che permette ai malati oncologici di conservare il posto di lavoro per due anni mentre si sottopongono alle cure mediche per guarire dal tumore. Nella serata di ieri, martedì 8 luglio, il Senato ha votato il proprio via libera alle cosiddette «norme salva lavoro» per le persone malate di cancro. Il testo, appoggiato in maniera trasversale da tutti i gruppi politici, riguarda «i soggetti affetti da malattie oncologiche o da malattie invalidanti e croniche, anche rare» e dà diritto a congedi o a sospensioni dell’attività autonoma.
Oltre 20 milioni all’anno stanziati
Per i lavoratori dipendenti, dopo il congedo è prevista una «priorità nella conclusione degli accordi individuali di lavoro agile» ed è anche istituto «un fondo per premi di laurea intitolati alla memoria di pazienti affetti da malattie oncologiche». Il finanziamento previsto per la legge, che si applicherà a partire dal primo gennaio 2026, è pari a 20,9 milioni di euro per il 2026, con un graduale aumento di anno in anno fino al 2035, quando il finanziamento entrerà a regime con 25,2 milioni l’anno.
Chi riguarda la nuova legge
La proposta di legge era stata approvata dalla Camera nel marzo scorso ed è ora diventata legge grazie al via libera di Palazzo Madama. La legge – da subito apprezzata dalle associazioni dei parenti dei malati oncologici – prevede che i dipendenti, pubblici o privati, affetti da tumori o da malattie invalidanti, croniche o rare, che comportino un grado di invalidità pari o superiore al 74%, possano richiedere un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a 24 mesi. Durante il periodo di congedo il dipendente conserva il posto di lavoro, non ha diritto alla retribuzione e non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa.
Le novità del ddl
Si tratta di un cambiamento importante e auspicato dalle associazioni di categoria, perché in passato molti lavoratori venivano licenziati allo scadere dei sei mesi di congedo, durante i quali avevano diritto alla conservazione del posto. Alla luce delle nuove regole, invece, il lavoratore può chiedere di assentarsi per altri 18 mesi, senza retribuzione ma con la garanzia di conservare il posto di lavoro. Il provvedimento approvato ieri dal Senato prevede poi un’altra novità: al termine del periodo di congedo, il lavoratore può accedere prioritariamente alla modalità di lavoro agile, «ove la prestazione lavorativa lo consenta». È previsto, inoltre, un incremento di 10 ore, rispetto alle 8 in vigore, di permessi retribuiti per tutti i pazienti fragili soggetti a visite ed esami ravvicinati.
Foto copertina: ANSA/Maurizio Brambatti