Altro che vacanze, l’estate è il periodo più stressante per un genitore su tre. Cos’è la «Family Fatigue» e chi è più a rischio


Altro che vacanze: per tanti genitori, l’estate è il periodo più faticoso dell’anno. Con la scuola chiusa e i figli a casa tutto il giorno, le giornate diventano una corsa a ostacoli tra lavoro, figli da gestire e assenza di supporti. E il tanto atteso riposo resta un miraggio. A dirlo non sono solo le testimonianze di mamme e papà stremati, ma i numeri: una nuova indagine condotta da Unobravo, il servizio di psicologia online, fotografa il fenomeno della cosiddetta «Family Fatigue», lo stress estivo che colpisce in pieno le famiglie travolte da un vero tour de force in casa. Secondo quanto emerge dalla ricerca, il 68% degli psicologi rileva che i genitori vivono spesso o molto spesso un aumento dello stress durante i mesi estivi.
Quali sono famiglie più colpite
Il solito equilibrio tra scuola e lavoro viene a mancare: i figli sono a casa, ma gli impegni professionali restano. A farne le spese sono in particolare i genitori senza supporti esterni (62%), le coppie con figli tra 0 e 5 anni (40%) e le famiglie con bambini con bisogni speciali (30%). Se poi si guarda la questione con la lente del genere, il quadro si fa ancora più chiaro: l’85% degli psicoterapeuti coinvolti indica le donne come le più colpite. Madri che, finite le scuole, si ritrovano spesso da sole a gestire figli, lavoro e casa, con i punti di riferimento, insegnanti, nonni, babysitter, improvvisamente evaporati.
La psicoterapeuta: «Le donne sono le più colpite»
«Il carico mentale continua a gravare in misura maggiore sulle donne, che spesso si trovano ad affrontare da sole l’organizzazione familiare, soprattutto nei periodi in cui i punti di riferimento, come la scuola e la rete di supporto parentale e/o amicale, vengono meno», commenta la psicoterapeuta Valeria Fiorenza Perris. «Ma è importante ricordare che la “fatigue” estiva non riguarda solo le madri: anche chi non ha figli vive spesso un senso di sovraccarico emotivo e pratico legato a responsabilità lavorative, sociali o legate alla famiglia d’origine, che aumentano proprio nei mesi in cui ci si aspetterebbe una pausa», chiosa.
Le fonti di stress
In cima alla lista per le fonti di stress, c’è la difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia (73%), seguita dai costi dei centri estivi o delle babysitter (67%) e dalla mancanza di una rete sociale o familiare di supporto (40%). Un mix micidiale che si traduce in stanchezza mentale (75%), frustrazione (56%) e irritabilità (53%). E non è tutto. Il 72% dei terapeuti segnala una maggiore preoccupazione per il tempo che i figli trascorrono online: spesso tablet e smartphone diventano l’unico modo per intrattenere i più piccoli mentre i genitori lavorano, in assenza di alternative organizzate.
Dai centri estivi alle famiglie: come si sopravvive all’estate
Ma non mancano strategie per sopravvivere all’estate. Secondo la ricerca, tra gli strumenti più efficaci ci sono l’iscrizione ai centri estivi (62%) e il coinvolgimento attivo del partner o dei familiari (57%) nella gestione quotidiana. Piccoli aiuti che possono alleggerire un carico che, altrimenti, rischia di diventare insostenibile. Eppure, nonostante tutto, il disagio estivo non si traduce in una corsa alla terapia: il 44% degli specialisti segnala una domanda di supporto psicologico sostanzialmente stabile durante l’anno. Come se il bisogno di aiuto fosse schiacciato da una priorità più urgente: tenere tutto insieme, anche quando si è esausti.