Scontro Zaia-Forza Italia in Veneto: l’attacco di Tosi fa crescere l’ipotesi di una lista civica del governatore


Non c’è pace tra Forza italia e il governatore del Veneto Luca Zaia. Sono giornate in cui gli attriti e i malumori tra le due parti non fanno altro che infittirsi. E i fastidi sono usciti definitivamente allo scoperto. Il Doge, nei giorni scorsi, ha ventilato l’ipotesi di una propria lista civica, «capace di raccogliere il 40-45% dei consensi», intercettando anche elettori al di fuori del perimetro del centrodestra. Un messaggio forte, forse pensato per spingere i tre leader di coalizione a chiudere il dossier. Ma Forza Italia non l’ha presa bene. Dopo che ieri Antonio Tajani ha rilanciato con forza la candidatura di Flavio Tosi, oggi a parlare è stato proprio l’europarlamentare ed ex sindaco di Verona. E lo ha fatto con toni duri, ben oltre la consueta prudenza che accompagna questi passaggi: in una nota, ha elencato «i grandi problemi che Zaia lascia in eredità». Parole che hanno irritato non solo i vertici della Lega, ma anche chi è a stretto contatto con il governatore veneto. Così, ora, si rischia una corsa a tre alle prossime regionali: «Per come stanno le cose, con questi presupposti, Zaia e Forza Italia non correranno certo insieme», riferiscono.
Il giudizio della Corte dei Conti
Tutto nasce dal giudizio arrivato ieri dalla Corte dei Conti, che ha dato parere favorevole al bilancio della Regione Veneto per il 2024, certificando una gestione complessivamente positiva. La Regione è stata definita «una delle più virtuose d’Italia», con un’amministrazione «attenta e rigorosa». Non sono però mancate alcune osservazioni su punti critici: la Corte ha invitato Zaia a fare attenzione a certe situazioni, come la copertura del deficit della Fondazione Milano-Cortina 2026, lo squilibrio tra entrate e uscite della Superstrada Pedemontana Veneta (tratto Spresiano-Montecchio) e le liste d’attesa sanitarie. Zaia rivendica il risultato, definendolo «un giudizio autorevole e oggettivo che conferma la virtuosità del Veneto». Sulle criticità sollevate, minimizza: «La parifica c’è stata e le criticità sono assolutamente irrilevanti, visto che la relazione è stata molto positiva».
Tosi: «Voragini nel bilancio regionale»
E così Forza Italia ha subito colto l’assist per rilanciare. «La Corte dei Conti, purtroppo, certifica e mette il timbro su quelli che erano già noti come i due grandi problemi che Zaia lascia in eredità: la sanità, soprattutto le liste d’attesa, e la Pedemontana, che crea voragini nel bilancio regionale», dichiara lo stesso Tosi. Poi aggiunge: «La Pedemontana è un’opera fondamentale, ma Zaia ha modificato le condizioni con il privato, firmando un contratto svantaggioso per la Regione». E rincara sulla sanità: «Le liste d’attesa sono di mesi e mesi, lo stesso vale per gli interventi programmati, per i quali i pazienti veneti devono aspettare anche più di un anno». Dunque, «c’è ancora molto da fare. Noi avremmo evitato le manifestazioni di giubilo a Palazzo Balbi».
Le repliche
Arrivano immediatamente le repliche dagli assessorati chiamati in causa da Tosi, il team di Zaia, insomma. La vicepresidente della Regione Veneto e assessore alle Infrastrutture, Elisa De Berti, accusa Tosi di non «limitarsi all’ignoranza, ma di avere una precisa volontà di mistificare la realtà». Anche l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, interviene: «Ci sono alleati che, anche nei momenti difficili, lavorano al fianco delle istituzioni. E poi c’è chi – come Flavio Tosi, oggi in campagna elettorale – preferisce lanciare attacchi sterili e strumentali contro la sanità veneta e i suoi ospedali».
Sul piano nazionale
I nervi sono tesissimi a livello regionale, e questa tensione inevitabilmente si riflette anche sul piano nazionale. A sorpresa, Tosi sceglie di rompere il silenzio e di entrare a gamba tesa nel dibattito pre-elettorale appena un giorno dopo le dichiarazioni di Tajani sul Veneto, che proprio ieri ha ribadito il suo pieno appoggio alla candidatura dell’ex sindaco di Verona. «Noi proporremo Tosi perché è un uomo che sa amministrare. Non vogliamo imporre i nostri candidati a nessuno, ma non accetteremo neppure che ce li impongano». Una frase coerente con la linea seguita dal ministro nei mesi scorsi, che ha chiuso fin da subito sul terzo mandato (e quindi anche su Zaia), ricordando che il limite dei due mandati «serve a evitare incrostazioni di potere», e che anche Mussolini e Hitler salirono al potere dopo aver «vinto le elezioni». Ma ora, in una fase così delicata, in cui anche Fratelli d’Italia preferisce mantenere un profilo più prudente, Forza Italia decide di lanciarsi a testa bassa nella campagna elettorale.
E alle regionali?
Ed è qui che il quadro politico si complica ulteriormente. E c’è il rischio spezzettamento. Nei giorni scorsi Zaia, come detto, ha aperto all’ipotesi di correre con una lista autonoma, mentre fino a poco tempo fa sembrava impossibile che i partiti di centrodestra non si presentassero uniti alle prossime regionali. Lo scenario che si va delineando vede Lega e Fratelli d’Italia pronte a correre insieme, probabilmente affidando a Giorgia Meloni la scelta del candidato di riferimento. Secondo molti, l’uomo di Giorgia sarebbe il senatore Luca De Carlo. Forza Italia, invece, spinge con decisione su Tosi. In questo contesto Zaia si trova davanti a una scelta strategica: o accettare di correre con un ruolo di peso nella coalizione composta da Meloni, assicurandosi assessori di rilievo, oppure scendere in campo con una propria lista, puntando sull’autonomia, ma ben sapendo che il suo nome sarebbe comunque escluso dal governo della Regione. Tutti movimenti, però, che rimarranno in sospeso finché i tre leader non riusciranno a fissare un vertice decisivo per sciogliere i nodi e definire le candidature, mettendo così ordine in una partita che si fa giorno dopo giorno sempre più complessa.