Caso Almasri, la difesa di Nordio: «Gli atti smentiscono le illazioni dei giornali»


«Gli atti che abbiamo smentiscono le illazioni diffuse dai giornali. Comunque riferiremo in Parlamento». Queste le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, parlando del caso Almasri al suo arrivo alla Conferenza per la ripresa dell’Ucraina. Torna scottante il tema del generale libico, con mandato di arresto dalla Corte penale internazionale, arrestato in Italia e poi rimpatriato con un volo di Stato a Tripoli.
Il caso
Sul caso della mancata consegna del libico all’Aja ci sarà a breve la decisione del Tribunale dei ministri. Secondo quanto rilevato dagli atti Almasri fu fermato e arrestato il 19 gennaio a Torino e rilasciato il 21 dalla Corte d’Appello di Roma. Sulla vicenda il Guardasigilli non intervenne e il libico fu rimpatriato a Tripoli su un volo di Stato italiano. Per questo ora il Tribunale ha voluto far chiarezza valutando le posizioni non solo del ministro della giustizia ma anche della premier Giorgia Meloni, del sottosegretario Alfredo Mantovano e il ministri degli Interni Matteo Piantedosi. Se per gli ultimi tre le accuse sono di favoreggiamento e peculato (un atto dovuto dopo l’esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti e verso l’archiviazione) Nordio rischia, secondo quanto emerso dalla procura di Roma, l’omissione d’atti d’ufficio. Perché secondo quanto riferito da lui stesso in Parlamento fu avvisato con una mail di un funzionario dell’Interpol domenica 19 gennaio 2025, alle 12.37. E non avrebbe fatto nulla per applicare le volontà della Cpi.
La richiesta delle opposizioni
Non solo, adesso la Libia ha emesso un ordine formale di comparizione nei confronti di Almasri, «in relazione alle imputazioni del mandato di arresto della Corte penale internazionale che includono reati quali stupro, tortura, omicidio trattamento inumano, detenzione arbitraria e altri reati riconducibili a crimini contro l’umanità». Le opposizioni sono sul piede di guerra: Pd, M5S, Avs, Iv e +Europa, chiedono che il numero uno di via Arenula debba riferire in Parlamento. Un appuntamento che Nordio garantisce ci sarà. Quando? A fare chiarezza è stato ieri Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento. «L’informativa di Nordio non sarà domani (oggi, ndr ), l’esecutivo sta valutando», ha dichiarato.