Impianti fotovoltaici, confezioni riciclabili e parità di genere in azienda: Barilla presenta il nuovo rapporto di sostenibilità


Di fronte alla minaccia dei dazi, le incertezze geopolitiche e l’aumento dei costi delle materie prime, Barilla non arretra sulla propria strategia di sostenibilità. Anzi, rilancia i propri obiettivi ambientali e sociali al 2030, forte di un bilancio solido (quasi 4,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024) e investimenti ambiziosi. Nel nuovo rapporto di sostenibilità, pubblicato proprio in questi giorni, l’azienda con sede a Parma ripercorre numeri e progetti che raccontano lo sforzo per rinnovare ogni ambito di azione del gruppo: dalla filiera agricola alla riduzione degli sprechi, dalla qualità nutrizionale dei prodotti agli investimenti per produrre energia da fonti rinnovabili.
Oltre 140 ricette Mulino Bianco riformulate
Il punto di partenza dell’impegno di Barilla per la sostenibilità non può che partire dal cibo. Nel 2024, fa sapere l’azienda, l’88% dei volumi venduti non supera i 5 grammi di zucchero e gli 0,5 grammi di sale per porzione, mentre il 90% è fonte di fibre. Un processo continuo che non ha risparmiato anche marchi iconici come Mulino Bianco, per cui in dieci anni sono state riformulate oltre 140 ricette. L’idea di fondo è sempre la stessa: rendere gli alimenti sempre più sani, senza sacrificare il gusto e la tradizione.
L’impegno lungo la filiera
Per ridurre il proprio impatto sull’ambiente, Barilla punta a coinvolgere nel percorso di sostenibilità anche le oltre 7mila aziende agricole con cui collabora nelle filiere del grano duro, grano tenero, segale e basilico. L’obiettivo, fissato per il 2030, è approvvigionarsi ogni anno di 250mila tonnellate di materie prime provenienti da agricoltura rigenerativa, un modello che migliora la fertilità del suolo, aumenta la biodiversità e riduce l’impatto ambientale. Tra le buone pratiche promosse dal gruppo parmense ci sono poi l’uso mirato di fertilizzanti, la rotazione delle colture e l’utilizzo di strumenti digitali per monitorare il consumo di risorse in modo più efficiente. Inoltre, il 100% delle uova utilizzate proviene da galline allevate a terra.

Verso l’eco-design nel packaging
Un passaggio indispensabile per ridurre le emissioni arriverà dal packaging. Già oggi, almeno nel mercato italiano, tutte le confezioni dei prodotti Barilla sono progettate per essere riciclabili. Per esempio, è scomparsa la famosa “finestra” presente sulle confezioni di pasta: una piccola novità, certo, ma che ha permesso di eliminare circa 126mila kg di plastica all’anno. Il vero salto di qualità, promette Barilla, avverrà grazie all’eco-design, un modello di progettazione degli imballaggi promosso anche dall’Unione europea con un apposito regolamento. Grazie alle nuove linee guida, l’azienda prevede di risparmiare 4mila tonnellate di materiale da imballaggio entro il 2030.
Impianti fotovoltaici per i siti produttivi
Per quanto riguarda l’energia, a oggi quasi la metà di quella che utilizza Barilla (il 48%, pari a circa 4 MW) proviene da fonti rinnovabili. L’obiettivo è di far schizzare quel dato fino a 24 MW di autoproduzione entro il 2030, grazie a nuovi impianti fotovoltaici. A Rubbiano (Parma) due nuovi impianti solari riescono già oggi a coprire il fabbisogno di un giorno a settimana di produzione di sughi e pesti. Negli ultimi due anni, poi, il volume di acqua recuperata e riciclata nei siti produttivi in aree a rischio idrico è aumentato del 164%. Nel solo impianto di Rubbiano, fa sapere Barilla, l’acqua riciclata equivale a 24 piscine olimpioniche.
Parità di genere e congedi parentali
Per quanto riguarda le politiche di inclusione, l’azienda parmense assicura di aver raggiunto la parità retributiva di genere già da cinque anni. Nel 2023, inoltre, offre a tutti i genitori almeno 12 settimane di congedo parentale retribuito al 100%, indipendentemente da genere, stato civile o orientamento sessuale. Oggi il 35% di executive e manager è donna, ma l’obiettivo è arrivare al 40% entro il 2030.