Unione europea: Bruxelles vuole finanziare il bilancio con le tasse sulle sigarette (anche elettroniche). Previsti aumenti del 20%


L’Unione europea cerca nuove risorse per ripagare il maxi-piano Next Generation EU, e stavolta l’idea arriva direttamente dalle tasche dei fumatori. Tra le ipotesi al vaglio della Commissione europea, spunta una proposta destinata a far discutere: utilizzare l’extragettito derivante dall’aumento delle accise sui prodotti da fumo per alimentare direttamente il bilancio dell’Unione. In altre parole, una parte delle tasse oggi incassate dai governi nazionali per sigarette, tabacco riscaldato, sigari e prodotti alla nicotina potrebbe finire direttamente nelle casse di Bruxelles.
Appuntamento per il 16 luglio
L’ipotesi sarà formalmente presentata mercoledì 16 luglio, quando la Commissione europea illustrerà la nuova proposta sulle cosiddette “risorse proprie”, ovvero le principali fonti di entrate per il bilancio dell’Unione. Nel documento preparatorio, secondo quanto anticipato, si fa esplicito riferimento alla possibilità di ricorrere a «nuove fonti di finanziamento, dove appropriato, come le imposte sul tabacco». L’intero dossier sarebbe stato discusso internamente in tempi lampo, con una consultazione interna durata appena 24 ore. Ai funzionari è stato chiesto di analizzare un documento di oltre 100 pagine con implicazioni rilevanti su settori chiave come salute pubblica, agricoltura, industria e finanze nazionali. Il tutto senza un coinvolgimento reale degli altri commissari, secondo quanto riferiscono fonti interne a Bruxelles.
Aumenti del 20% a pacchetto
La cifra stimata che Bruxelles punta a destinare al proprio bilancio ammonterebbe a circa 15 miliardi di euro. Denaro che oggi finisce nelle casse degli Stati membri e che, se la proposta andasse in porto, verrebbe dirottato direttamente all’Ue. Gran parte dei costi aggiunti andrebbe ovviamente a ricadere sui tabagisti, che già pochi giorni fa avevano appreso di ulteriori possibili rincari: +139% per le sigarette, +258% per il tabacco trinciato, +1090% per i sigari. Non verrebbero risparmiati nemmeno i prodotti “di nuova generazione” come le sigarette elettroniche, il tabacco riscaldato e le bustine di nicotina. Tradotto in termini concreti, per i consumatori italiani si profila un aumento del prezzo al dettaglio di oltre il 20%: più di un euro in più a pacchetto. L’impatto, secondo le stime europee, potrebbe riflettersi anche sull’inflazione, con un incremento di oltre mezzo punto percentuale.
Foto di copertina: ANSA/MATTEO CORNER