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Gaza, l’Idf accusata di sparare sulla folla in attesa di aiuti umanitari: sarebbero 27 i palestinesi uccisi

12 Luglio 2025 - 14:55 Alba Romano
gaza aiuti umanitari
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L'episodio al punto di distribuzione degli aiuti di Al-Shakoush, a nord di Rafah, nella striscia di Gaza meridionale

Almeno 27 palestinesi sarebbero stati uccisi e oltre 180 sarebbero rimasti feriti perché le forze israeliane avrebbero aperto il fuoco su una folla di civili in attesa di aiuti umanitari vicino al punto di distribuzione degli aiuti di Al-Shakoush, a nord di Rafah, nella striscia di Gaza meridionale. Ad accusare l’Idf dell’episodio sono fonti locali citate dalla Wafa, anche se il fatto non è stato confermato da fonti indipendenti e non ci sono immagini dell’episodio. Fonti mediche hanno comunque confermato che il bilancio totale delle vittime a Gaza è salito a 60 dalle prime ore di sabato, a causa dei continui bombardamenti e spari israeliani in diverse zone dell’enclave assediata.

Il resoconto dell’esercito israeliano

Nelle ultime 48 ore l’aeronautica militare israeliana ha colpito oltre 250 obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza. Secondo l’Idf tra gli obiettivi c’erano agenti, edifici dotati di trappole esplosive, depositi di armi, postazioni di lancio di carri armati, postazioni di cecchini, tunnel e altre infrastrutture terroristiche. A riportarlo è il Times of Israel. In base alle statistiche pubblicate ieri sera dal Ministero della Salute guidato da Hamas, negli ultimi due giorni a Gaza sono stati uccisi almeno 143 palestinesi. Secondo l’esercito, nei quartieri di Shejaiya e Zeitoun della città di Gaza, le truppe della 98a divisione hanno individuato posti di osservazione di Hamas e della Jihad islamica palestinese, nonché depositi di ordigni esplosivi. 

Colloqui in stallo

«I colloqui indiretti tra Hamas e Israele per un cessate il fuoco a Gaza sono bloccati dalla volontà di Israele di mantenere le truppe nel territorio». A riferirlo all’Afp due fonti palestinesi a conoscenza del dossier. «I negoziati a Doha stanno incontrando una battuta d’arresto e complesse difficoltà a causa dell’insistenza di Israele nel presentare una mappa del ritiro che in realtà è una mappa di redistribuzione e riposizionamento dell’esercito israeliano piuttosto che un vero e proprio ritiro», ha affermato una fonte. Israele, secondo le fonti, vuole «impedire l’accordo per continuare la guerra di sterminio».