Siria, scontri tra beduini e drusi: quasi 100 morti. Al Jolani manda l’esercito, Israele risponde con raid: «Raggiunta tregua tra i capi tribù»


Nel sud della Siria sono tornati a contare i morti. Un conflitto armato rapido, lampo, di soli due giorni tra gruppi beduini sunniti e la comunità drusa, una minoranza religiosa di origine musulmana sciita, ha mietuto circa cento le vittime. Per contenere gli scontri, il nuovo autoproclamato presidente Ahmed al-Sharaa – noto come al-Jolani – ha inviato l’esercito verso il sud del Paese ordinando loro di occupare Al Suwayda, roccaforte dei Drusi. Da questa posizione di forza, è stato poi raggiunto un accordo di tregua tra i capi delle tribù locali. L’escalation, non lontana dal confine con lo Stato ebraico, ha spinto Tel Aviv a intervenire con incursioni aeree: «Non permetteremo che venga fatto del male ai Drusi in Siria», ha dichiarato il ministro della Difesa, Israel Katz. «Israele non resterà a guardare».
La scintilla del conflitto e le mire di al-Jolani
Secondo quanto riferiscono alcune Ong del luogo, gli scontri sarebbero scoppiati il 13 luglio dopo «il rapimento di un venditore ambulante druso da parte di un gruppo armato di beduini, mentre lui si stava muovendo lungo la strada tra Al Suwayda e Damasco». Una situazione che in realtà era rimasta sull’orlo dell’esplosione da aprile quando l’esercito di al-Jolani, appoggiato dalle tribù beduine, si era scontrato con i combattenti drusi proprio nella zona di Damasco. Secondo quanto riferisce il New York Times, al-Jolani avrebbe anche un interesse diretto nei conflitti meridionali dato che, dalla cacciata di Bashar al-Assad lo scorso dicembre, i drusi avrebbero resistito ai tentativi del governo di riunificare tutti i gruppi armati sotto la sua autorità. A spingere i drusi ad accettare la tregua sarebbero state le autorità religiose «spinte dal desiderio di prevenire ulteriori spargimenti di sangue», si legge nel comunicato ufficiale.
L’avanzata dell’esercito di al-Jolani e l’intervento israeliano
L’avanzata degli uomini di al-Jolani verso il sud è stata inesorabile. Come certificano alcune immagini trasmesse dalla tv filo-governativa SyriaTv, in poco meno di 48 ore l’esercito sarebbe entrato nella città di Al Suwayda prendendo il controllo della roccaforte drusa. Ad assottigliare le file dei sostenitori di al-Jolani ci avrebbe però pensato l’Idf israeliana, che ha messo fuori uso diversi carri armati che si stavano dirigendo verso il sud del Paese. Ufficialmente, l’intenzione di Tel Aviv sarebbe quella di scongiurare l’assembramento di forze potenzialmente ostili nei pressi del confine nord. Ma Katz, ministro della Difesa, ha anche messo nero su bianco l’aperto sostegno di Israele ai Drusi, una comunità molto presente in Israele e nelle forze armate dello Stato ebraico. Lo stesso Katz ha offerto protezione ai drusi. Per ora la comunità siriana rifiuta qualunque tipo di aiuto diretto, ma l’offerta di Tel Aviv rimane sul tavolo.