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Legittima difesa, la stretta di FdI: chi aggredisce non avrà diritto al risarcimento

18 Luglio 2025 - 08:20 Valentina Romagnoli
L'obiettivo è escludere i risarcimenti nei casi di eccesso colposo di legittima difesa. Il reato resta, ma chi ha agito con violenza non potrà chiedere danni

Fratelli d’Italia ha presentato al Senato un nuovo disegno di legge sulla legittima difesa. Il testo non elimina il reato di eccesso colposo, ma cambia le regole sul risarcimento. Chi ha minacciato con armi o usato violenza non potrà infatti ottenere alcun indennizzo da chi si è difeso. Si tratta di un nuovo tassello dopo la riforma approvata nel 2019 dal governo Conte I. Allora, fu ampliata la tutela penale per chi si difende, ma fu lasciata intatta la possibilità per l’aggressore ferito di chiedere un risarcimento. Ora il ddl di FdI vuole riscrivere in parte questa impostazione.

La proposta di Fratelli d’Italia, nessun indennizzo per chi minaccia con armi o violenza

Il principio guida è scritto chiaramente nel testo: «Non può essere riconosciuto un risarcimento o un’indennità alla persona che ha messo in pericolo l’incolumità altrui attraverso una condotta violenta o gravemente intimidatoria». E ancora: «La violenza non paga». Oggi, ad esempio, un commerciante che si difende sparando contro ladri armati può essere condannato a risarcire i danni permanenti o morali a chi è rimasto ferito. La proposta di legge intenderebbe cambiare questo meccanismo. Nel testo visionato da Il Messaggero si prevede che, anche in caso di eccesso colposo, il risarcimento sia ridotto per “concorso di colpa”. E per di più, non sarà dovuto se l’aggressore ha agito «consapevolmente, con violenza non lieve alla persona o al patrimonio o con minaccia di armi o di altri mezzi di coazione fisica».

Il principio di autoresponsabilità

Secondo la relazione che accompagna il ddl, la modifica è necessaria. Oggi il diritto civile non prevede tutele simili a quelle del penale. Quindi, in base alle leggi attuali, anche chi agisce in modo grave può «pretendere un risarcimento o un’indennità» per i danni subiti, senza tener conto del proprio comportamento. Il disegno di legge interviene anche sul principio generale del codice penale, secondo cui «ogni reato che abbia cagionato un danno obbliga al risarcimento». Viene introdotta un’eccezione: «salvo che la legge disponga altrimenti», per permettere casi di responsabilità attenuata. In pratica, se l’aggressore ha avuto un comportamento particolarmente grave, il risarcimento può non essere dovuto.

Le sanzioni penali che restano

Il ddl non tocca la parte penale. Le sanzioni previste per chi eccede i limiti della legittima difesa restano invariate. Se una persona uccide l’aggressore in fuga, può essere accusata di omicidio colposo con pene da 6 mesi a 5 anni. Per lesioni, si rischiano da 3 mesi a 3 anni di carcere. Il testo, firmato dal vice-capogruppo vicario di FdI al Senato, Raffaele Speranzon, e da altri 18 senatori, vuole chiudere il cerchio aperto con la riforma del 2019. L’obiettivo dichiarato è garantire «maggior equità» anche sul piano civile, mantenendo però il divieto dell’uso arbitrario della forza.

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