Morì schiacciato in gondola da un vaporetto a Venezia, sentenza ribaltata: 4 milioni alla famiglia del turista. Le accuse a gondolieri e comandanti


La Corte d’appello di Venezia ha riconosciuto il diritto al risarcimento per la famiglia del criminologo tedesco Joachim Vogel, vittima di un incidente mortale sul Canal Grande nel 2013. La quarta sezione civile della Corte d’appello veneziana, presieduta da Clotilde Parise con il giudice estensore Guido Marzella, ha stabilito che Gundula Schaefer, vedova della vittima, e i tre figli hanno diritto a circa quattro milioni di euro oltre al rimborso delle spese processuali. La famiglia aveva chiesto nove milioni di risarcimento e ora potrebbe anche fare ulteriore ricorso in Cassazione. Come ricorda il Messaggero, la decisione, articolata in 84 pagine, rovescia completamente la sentenza del Tribunale del 2018 che aveva negato ogni forma di risarcimento. Il caso aveva già raggiunto la Corte di Cassazione nel 2021, che aveva rimandato la questione ai giudici veneziani imponendo una consulenza tecnica obbligatoria per gli incidenti marittimi, elemento determinante per la decisione finale.
Le responsabilità del gondoliere
L’incidente del 17 agosto 2013 si verificò nelle acque antistanti il ponte di Rialto, dove il criminologo tedesco perse la vita schiacciato da un vaporetto mentre si trovava in gondola con la famiglia. La consulenza tecnica ha chiarito le responsabilità dei vari soggetti coinvolti, ridisegnando completamente il quadro rispetto alle prime indagini. Il gondoliere Stefano Pizzaggia, che trasportava la famiglia tedesca, si è visto attribuire il 15% della responsabilità. Secondo i periti, non prestò «la dovuta attenzione alle condizioni del traffico» e, dopo aver percepito il pericolo, sbagliò la manovra di emergenza. Invece di fermarsi presso il pontone del Magistrato alle acque, dove venne poi travolta la gondola, avrebbe dovuto scegliere una posizione meno esposta. Inoltre, l’ormeggio venne effettuato in modo da impedire ai passeggeri di scendere per mettersi in salvo.
Actv e il secondo gondoliere: le responsabilità maggiori
La quota più consistente di responsabilità, pari al 55%, è stata attribuita ad Actv, l’azienda del trasporto pubblico veneziano. I comandanti dei tre vaporetti coinvolti erano già stati condannati per omicidio colposo nel processo penale, e ora l’azienda dovrà farsi carico della parte principale del risarcimento. Il 30% della responsabilità ricade invece su Daniele Forcellini, secondo gondoliere presente sotto il ponte di Rialto, il cui comportamento «innescò le successive manovre dei vaporetti ACTV» che portarono alla tragedia. I vaporetti furono costretti a manovre pericolose per evitare altri mezzi pubblici, tutti concentrati in pochi metri sotto il ponte.
L’assoluzione del taxista acqueo e gli aspetti economici
La sentenza conferma l’estraneità ai fatti del taxista acqueo Franco Ambrosi, già assolto nel processo penale. La presenza del suo motoscafo sotto il ponte di Rialto non ha influito sulla dinamica dell’incidente, e gli verranno rimborsate le spese legali sostenute. Dal risarcimento complessivo andranno detratte le somme già versate dalle compagnie Unipolsai e Generali. Restano da versare poco meno di due milioni di euro: 681mila euro alla vedova e 410mila euro a ciascuno dei tre figli. Le compagnie assicuratrici Reale Mutua e Generali dovranno tenere manlevati i gondolieri e Actv dalle rispettive quote di responsabilità.