Tulsi Gabbard: «Processate Barack Obama e Hillary Clinton, hanno complottato contro Trump»


Un complotto per delegittimare la vittoria di Donald Trump alle elezioni del 2016. Per far credere che fosse dovuta alle influenze della Russia. Per questo la direttrice dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti Tulsi Gabbard ha chiesto un processo per l’ex presidente Barack Obama. La richiesta segue la pubblicazione di un rapporto dei suoi uffici dal titolo La Bufala Russa. Secondo il dossier false informazioni sono state mandate ai media su presunte ingerenze di Mosca nelle elezioni presidenziali.
Prove schiaccianti
Gabbard, ha dichiarato di possedere “prove schiaccianti” di una cospirazione orchestrata nel 2016 da Hillary Clinton e dall’allora presidente per sabotare Trump. Ha declassificato una serie di documenti e email che, secondo lei, dimostrerebbero «un colpo di Stato durato anni». Il tutto basato su informazioni false diffuse per minare la legittimità della vittoria elettorale del tycoon repubblicano. Secondo Gabbard i rapporti d’intelligence diffusi all’epoca dai democratici erano basati su «dati che sapevano essere inventati».
E sono stati usati per alimentare impeachment, inchieste giudiziarie e tensioni internazionali. «Nel 2016 fu perpetrata una cospirazione traditrice ai più alti livelli del nostro governo per sovvertire la volontà popolare», ha dichiarato in un comunicato. Nel quale ha inoltre affermato di aver consegnato tutto il materiale al Dipartimento di Giustizia, chiedendo che «tutti i responsabili siano indagati e perseguiti secondo la legge».
La Bufala Russa
Secondo il dossier il 9 dicembre 2016 alla Casa Bianca si riunirono l’allora direttore dell’intelligence nazionale, James Clapper, e altri alti funzionari dell’amministrazione come John Brennan, Susan Rice e John Kerry, alla presenza di Obama. Dopo l’incontro, l’assistente di Clapper avrebbe inviato un’e-mail ai capi dei dipartimenti di intelligence chiedendo loro, «su richiesta del presidente», di lavorare su possibili interferenze russe. Secondo Gabbard «si trattava di intelligence politicizzata che è stata utilizzata come base per innumerevoli calunnie che hanno cercato di delegittimare la vittoria del presidente Trump».
Il ruolo di Comey
Nel 2016, l’ex direttore dell’Fbi James Comey aveva condotto un’indagine sul cosiddetto complotto russo nelle prime elezioni vinte da Trump. Il quale lo lincenziò subito dopo essere entrato in carica. Dopo quella riunione, sempre secondo Gabbard, l’intelligence americana iniziò a far trapelare indiscrezioni al Washington Post secondo cui la Russia sarebbe intervenuta nelle elezioni. Il 6 gennaio poi, l’amministrazione rese pubbliche le considerazioni dei servizi. Senza tenere conto che prima delle elezioni la stessa intelligence aveva valutato che la Russia non avesse né l’intenzione né i mezzi per influenzare le presidenziali.