Gennaro Sangiuliano «costretto ad andare in bagno con la porta aperta»: cosa c’è nell’inchiesta su Maria Rosaria Boccia


C’è anche l’umiliazione di dover espletare i propri bisogni in bagno («lo costringeva a defecare», scrivono i pm) «con la porta aperta» nelle carte dell’inchiesta sull’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Un totale di 33 singoli episodi di stalking per Maria Rosaria Boccia, che oggi rischia il processo, e tre parti lese: il ministro, il suo capo di gabinetto Francesco Gilioli e sua moglie Federica Corsini. Il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e le sostitute Giulia Guccione e Barbara Trotta si preparano a chiedere il processo per l’imprenditrice. Accusata di falso ideologico per aver mentito al capo di gabinetto sul proprio curriculum. E di interferenze illecite nella vita privata per aver registrato la conversazione fra il ministro e la moglie circa la relazione extraconiugale.
Le vessazioni quotidiane
La procura di Napoli parla delle richieste di essere portata a conoscenza dei colloqui istituzionali, delle interferenze sull’andamento delle attività del ministero. E della «chiave d’oro della città di Pompei del valore di circa 14 mila 823 euro che doveva essere consegnata dal sindaco quale premio al ministro», nel frattempo scomparsa. Durante una trasferta a Sanremo, racconta La Verità, lei lo obbliga a una seduta al bagno a «porta aperta» pur di mantenere il millimetrico controllo sulle di lui azioni. Anche qui c’è un concerto del Coldplay all’interno della relazione extraconiugale. Ma anche le foto alla mostra del cinema mentre sapeva che il ministro e la moglie erano lì «inducendoli a temere un suo imminente arrivo e il pericolo di scenate». La «consulente per i Grandi eventi» si muoveva da tale all’interno del ministero. E intanto controllava il telefono del ministro.
Accesso da remoto
Boccia infatti era in grado di accedere da remoto al cellulare del ministro. Oppure «di visionare, mediante videochiamata, l’ambiente domestico condiviso da Sangiuliano con la moglie». Nella storia c’è anche la lesione da 9,5 centimetri dopo una litigata. Ma soprattutto il racconto dell’umiliazione di dover espletare i bisogni («lo costringeva a defecare», scrivono i pm) «con la porta aperta». Quando il ministro è nell’abitazione dei genitori gli avrebbe «imposto di tenere aperta telefonicamente la conversazione con lei mentre lui confessava alla moglie il tradimento». Contestualmente avrebbe «registrato il litigio, così procurandosi», secondo i pm, «notizie» sulla vita privata della coppia.
La vita è come un ristorante
Tra le minacce anche la frase: «La vita è come un ristorante, nessuno se ne va senza pagare». Sangiuliano è stato sottoposto, secondo l’accusa, a «un perdurante e grave stato di ansia e di paura», che si sarebbe sostanziato in «un dimagrimento vistoso» e «pensieri suicidi». Il 13 settembre, infine, si fotografa davanti al Santuario di Greccio, caro al ministro e alla moglie, con una didascalia che suona come un avvertimento: «Fai attenzione a come pensi e a come parli perché può trasformarsi nella profezia della tua vita».