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Taranto, il sindaco Bitetti ha 20 giorni per ritirare le dimissioni. I motivi del gesto e il pressing dei suoi

29 Luglio 2025 - 18:09 Sofia Spagnoli
Piero Bitetti sindaco di Taranto
Piero Bitetti sindaco di Taranto
Secondo fonti locali del Pd, le dimissioni di Bitetti sarebbero state un passo necessario per frenare i conflitti all'inizio del suo mandato, su un tema tanto divisivo come la gestione dell'ex Ilva

L’amministrazione del sindaco di Taranto, Paolo Bitetti, potrebbe non essere giunta al suo epilogo. «Il suo è stato un gesto forte, è vero, ma è stato fatto per permettere sia al Consiglio comunale che ai cittadini tarantini di recuperare lucidità e spirito di collaborazione». Lo riferiscono ad Open fonti dem locali, secondo cui la partita non sarebbe affatto chiusa, perché «nei prossimi 20 giorni il sindaco potrebbe ritirare le sue dimissioni, se la situazione dovesse calmarsi». In altre parole, si potrebbe evitare una nuova tornata di elezioni a poco più di un mese da quelle che avevano visto Bitetti essere eletto primo cittadino del capoluogo pugliese.

Il nodo: il piano per la gestione dell’ex ilva

La notizia delle dimissioni di Paolo Bitetti è arrivata ieri come un fulmine a ciel sereno. A soli 50 giorni dalla sua elezione, il sindaco ha deciso di fare un passo indietro a causa delle minacce ricevute dagli ambientalisti contrari alla gestione dell’ex Ilva, l’acciaieria da anni al centro di accesi dibattiti per le sue gravi implicazioni ambientali, sociali ed economiche sulla città. Ieri, il primo cittadino era in una riunione con i comitati per discutere sul futuro dell’impianto, in vista di due appuntamenti cruciali fissati in settimana: il Consiglio comunale monotematico che si doveva tenere domani (e che è stato annullato) e l’incontro con il governo, previsto per giovedì, alla presenza del ministro Adolfo Urso, in cui si dovrà approvare la bozza dell’accordo di programma che tratterà la decarbonizzazione dell’Ilva.

Le minacce degli ambientalisti

Nonostante il carattere decisivo dell’incontro, i toni erano particolarmente accesi e, dopo alcuni scambi tesi, Bitetti ha scelto di lasciare il confronto. Fuori dal palazzo, però, lo attendeva un gruppo di manifestanti, che gli hanno impedito il passaggio, urlando «assassini, assassini». Il sindaco, per motivi di sicurezza, è stato costretto a rientrare in Municipio. Poco dopo, ha preso la decisione di rassegnare le dimissioni, parlando di «inagibilità politica».

«Un passo necessario per evitare i conflitti»

«Si cercherà di resettare la situazione e recuperare un po’ di lucidità, perché il clima è particolarmente teso – raccontano i dem pugliesi – Stiamo decidendo il destino di una comunità, perché quando si parla dell’Ilva, si parla di Taranto. E dato che la tensione è arrivata alle stelle, il sindaco ha ritenuto che le sue dimissioni potessero essere un passo necessario per evitare conflitti all’inizio del suo mandato su un tema così divisivo».

Cambia l’agenda

Dopo le dimissioni inaspettate di ieri, l’agenda della settimana è cambiata. Il Consiglio comunale previsto per domani – come si diceva – è saltato e anche il ministro ha rivisto i suoi piani. In particolare, nel vertice del 31 luglio si approverà l’accordo di programma relativo alla decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, concentrandosi esclusivamente sulla parte che riguarda i tre forni elettrici nello stabilimento. Sarà invece rinviato ad agosto l’approfondimento del dossier completo, che include sia gli impianti di DRI che la possibile presenza a Taranto della nave di rigassificazione. Forse. Nella speranza che nei prossimi giorni la situazione si stabilizzi e si possano trovare soluzioni condivise.

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