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Firenze scommette sui giovani dell’hôtellerie con Hospitality Innovation Academy

01 Agosto 2025 - 10:24 in collaborazione con  Hospitality Innovation Academy
HIA prepara i giovani al mondo dell’ospitalità con un approccio pratico, internazionale e accessibile. Fondata da Giancarlo Carniani e Lorena Orrea, l’accademia offre percorsi formativi su misura, stage e collaborazioni con scuole di eccellenza, aiutando gli studenti a trasformare le passioni in professione

Il modo migliore per investire nei ragazzi è aiutarli a realizzare i propri sogni. Lo sanno bene Giancarlo Carniani e Lorena Orrea, fondatori di Hospitality Innovation Academy, Accademia manageriale in Hospitality con sede a Firenze che forma i futuri protagonisti del mondo dell’ospitalità.
«L’idea dell’accademia nasce più di dieci anni fa, ma ha richiesto molto tempo per essere concretizzata», spiega Carniani, che oggi è presidente di HIA, direttore di tre hotel fiorentini. Nel corso della propria carriera ha girato il mondo ed è stato testimone delle evoluzioni del settore negli ultimi decenni.

L’evoluzione dell’ospitalità in Italia: un settore in espansione e la nascita di nuovi ruoli

«L’ospitalità è cambiata molto, i grandi gruppi alberghieri si stanno facendo sempre più largo, almeno nelle grandi città, e nonostante l’Italia sia una delle mete turistiche più importanti al mondo, ci siamo resi conto che non esistevano istituti di formazione pratica e teorica dopo le scuole superiori a indirizzo turistico, o alberghiero». Così, durante la pandemia da Covid, Carniani ha colto l’occasione per ragionare concretamente su un progetto che aveva a cuore da tempo. «Non è stato facile, ci sono volute più risorse e più tempo rispetto a quello che credevamo all’inizio». Ad affiancarlo, la fidata collaboratrice Lorena Orrea, oggi direttrice didattica dell’Accademia. Orrea ha lasciato la sua Napoli, iniziando a lavorare negli hotel della Costiera amalfitana per poi spostarsi a Firenze e collezionare esperienze anche oltreconfine. Oggi come allora, la muove la passione sconfinata per il proprio lavoro che con dedizione trasmette ai ragazzi. «Noi facciamo parte del lato bello della vita, realizziamo i sogni delle persone, le facciamo stare bene», e quando pronuncia queste parole, le brillano gli occhi.

Lorena Orrea e Giancarlo Carniani
Lorena Orrea e Giancarlo Carniani

I tre percorsi di HIA

Hospitality Innovation Academy prevede tre percorsi che si rivolgono ai giovani che abbiano conseguito almeno il diploma della scuola superiore. «Qui non arrivano solo ragazzi che hanno frequentato istituti alberghieri o turistici, c’è chi ha già iniziato a lavorare, chi arriva da un liceo o da un corso di studi universitario – spiega Orrea – approdano da noi aspettandosi una visione del futuro, che non sempre alla loro età tutti hanno». L’offerta formativa di HIA si articola in tre step consecutivi, uno, due o tre anni a seconda delle ambizioni e degli obiettivi individuali, e si distingue per un approccio intensivo, pratico e legato al mondo del lavoro. Si parte con l’Hospitality One-Year Track, un anno che combina sei mesi di formazione in aula con sei mesi di stage in strutture selezionate. Per chi desidera continuare, c’è poi l’Advanced Hospitality Program, un secondo anno centrato sullo sviluppo delle competenze manageriali, con moduli avanzati su sostenibilità, innovazione, leadership e brand identity.

La partnership con la Svizzera per uno sbocco internazionale

Il terzo anno apre le porte a una dimensione internazionale: grazie alla partnership dell’Accademia con la HIM Business School di Montreux, una delle più prestigiose scuole al mondo nell’ambito del management alberghiero, gli studenti possono proseguire il proprio percorso accademico in Svizzera, accedendo direttamente all’ultima parte di formazione nell’istituto svizzero, con il riconoscimento dei crediti e condizioni agevolate. «La collaborazione con Montreux garantisce ai ragazzi il titolo di studio di una delle più importanti accademie dedicate all’ospitalità al mondo, che altrimenti risulterebbe economicamente inaccessibile per molti di loro, con rette davvero impegnative», spiega Carniani.

studenti HIA diplomati settembre 2024
I primi studenti di HIA diplomati nel settembre 2024

Il prestito d’onore e le rette su base ISEE

In effetti, uno degli obiettivi di HIA è anche quello di permettere a tutti i ragazzi che lo desiderano di intraprendere una carriera nel mondo dell’ospitalità, indipendentemente dalle disponibilità economiche. Per rendere il percorso accessibile a tutti, HIA mette a disposizione borse di studio per i candidati più meritevoli, valutando i risultati scolastici, il punteggio ISEE e gli esiti del test di ingresso. Inoltre, grazie alla collaborazione con il circuito bancario Iccrea, è possibile accedere a un Prestito d’Onore a condizioni agevolate: fino a 50.000 euro finanziabili, con la possibilità di iniziare la restituzione dopo quattro anni, quando molti studenti avranno già mosso i primi passi nel mondo del lavoro.

I progetti dei ragazzi

Tuttavia, al di là dell’offerta formativa, del piano di studi e delle tecnologie all’avanguardia che l’accademia offre, il vero punto di forza sono i ragazzi, come Vittoria Pupa, 19 anni, da Padova, che si è spostata a Firenze dopo l’istituto albeghiero per cominciare a costruire la propria carriera. «Il mio sogno sarebbe quello di diventare una event manager, magari nell’ambito dello sport, così da unire due delle mie passioni più grandi – racconta Vittoria, che oggi, come i suoi compagni, sta svolgendo il primo stage in un hotel fiorentino – il massimo sarebbe partecipare all’organizzazione delle Olimpiadi». Ci tiene a specificare un aspetto: «Sono una persona curiosa e non voglio pormi limiti: può darsi che nel secondo anno di HIA io riceva stimoli dalle nuove materie che mi faranno cambiare idea sul futuro».

Il sogno di dirigere un albergo

Chi, invece, le idee le ha chiare sin da quando era bambino è Omar Zago, 21 anni, di Verona. «Io sono nato praticamente sulla scrivania di mio padre, in hotel. I miei hanno diversi alberghi a Verona e la mia passione per l’ospitalità c’è sempre stata». Omar sogna di prendere un giorno il timone delle attività di famiglia, con le competenze acquisite grazie all’accademia e dopo esperienze lavorative in giro per l’Italia e per il mondo. Il progetto di Mirco Zheng, invece, è quello di diventare direttore d’albergo. «Per realizzarlo voglio riuscire a collezionare esperienze in tutti i settori dell’ospitalità, per comprendere a fondo il sistema e riuscire poi a prendere decisioni manageriali». Mirco, con modi gentili e voce pacata, racconta di come l’Accademia lo abbia aiutato anche a superare alcuni limiti caratteriali. «Ero molto chiuso, decisamente timido e avevo una costante paura di sbagliare, oggi invece mi sento più sicuro».

La passione innata per l’ospitalità

Anche per Massimo Nesti, 22 anni, l’incontro con il mondo dell’hôtellerie è stato una folgorazione: «La scintilla è scattata durante i primi stage: è lì che ho capito quanto mi appassionasse stare al centro delle relazioni tra ospiti e personale. Mi sono innamorato del lavoro in hotel, un ambiente dove ogni giorno si impara qualcosa di nuovo». Dopo l’istituto alberghiero, ha scelto HIA per affinare le competenze e guardare oltre la parte operativa: «Oggi lavoro nella divisione amministrativa e mi colpisce la cura con cui si cerca sempre di migliorare processi e servizio. È un mondo fatto di dettagli, dedizione e passione».

Chi arriva da lontano per frequentare HIA

Ognuno con la propria storia, i ragazzi arrivano a Firenze anche da molto lontano, per mettersi alla prova e realizzare i propri sogni. È il caso di Victoria Laschet, 18 anni, una delle studentesse più giovani dell’accademia. Ha lasciato gli Stati Uniti, dove viveva con la famiglia, per iniziare un percorso in HIA. «Fino all’ultimo non ero sicura di riuscire a partire, avevo un po’ di timore, io sono la piccola di casa e non ero abituata a stare così lontana», racconta con il suo accento americano che condisce un italiano quasi perfetto. Victoria, come i suoi compagni, sta affrontando il primo stage, sei mesi come receptionist in un hotel fiorentino non distante dal centro.

La vita all’interno del campus

Oggi, i suoi timori iniziali hanno lasciato spazio all’entusiasmo, grazie agli stimoli che tutor e docenti hanno saputo darle e alle amicizie costruite durante i primi mesi di vita all’interno del campus WorldHotels Crafted Mulino di Firenze, un progetto reso possibile anche grazie alla partnership con BWH Hotels, il più grande gruppo alberghiero d’Italia. «Il mio sogno sarebbe quello di aprire un hotel tutto mio che possa unire le mie tre culture: quella ugandese, del Paese da cui provengo, quella italiana, della mia famiglia e quella americana, del posto dove ho vissuto per più anni – spiega Victoria, emozionata – la prima struttura la aprirei in Italia, ma se posso sognare in grande, mi piacerebbe aprirne una anche in Uganda un giorno, per dimostrare alla mia famiglia biologica che cosa sono stata in grado di fare. Mi piacerebbe dire loro: “Visto? Avete fatto bene a lasciarmi andare”».

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