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Fabio Orlando torna al lavoro dopo il licenziamento per i permessi 104: «Ho pianto di felicità»

operaio reintegrato
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Un gesto di onestà gli era costato il posto. Ora il reintegro alla Deloro Microfusione, tra l'abbraccio dei familiari e il sostegno di centinaia di colleghi: «Tutti hanno rinunciato allo stipendio per lottare con me»

«Un urlo di liberazione, un abbraccio esplosivo con la mia famiglia, un pianto di felicità» questa la reazione di Fabio Orlando quando, circondato dai familiari e dalla centinaia di colleghi, ha saputo la notizia del suo reintegro alla Deloro Microfusione, l’azienda che lo aveva licenziato dopo aver autodenunciato degli errori sui permessi della 104. In un’intervista al Corriere della Sera, Orlando racconta la commozione nell’apprendere dalle parole della segretaria generale della Fiom di Milano, Elena Dorin, della conversione in un semplice provvedimento disciplinare del licenziamento, «Ce l’abbiamo fatta, papà», dirà il figlio.

«Tutti hanno rinunciato allo stipendio per lottare con me»

Fabio Orlando, operario da 25 anni a lavoro nella stessa azienda, ha ringraziato tutte le persone che si sono unite e hanno protestato per quattro giorni fuori dai cancelli della fabbrica: «Erano tantissimi. Volti che non conoscevo, che però lottavano con me. Colleghi di aziende del vicinato. Dipendenti della multinazionale in cui lavora mia moglie. Tutti hanno rinunciato a qualche giorno di stipendio per sostenere la mia causa». Anche chi non era coinvolto nello sciopero non ha potuto fare a meno di essere felice per il lieto fine della storia: «Persino i Carabinieri e la Digos, presenti durante gli scioperi, si sono commossi» racconta.

La riduzione dell’invalidità della moglie

Il centro dell’assurda vicenda che ha portato all’iniziale licenziamento di Orlando sono state delle irregolarità autodenunciate dal dipendente sulla fruizione dei permessi concessi dalla legge 104/92. Permessi che Orlando utilizza per assistere la moglie Chiara affetta da epilessia: «La porto in ospedale, a far controlli, visite su visite. Provvedo ai medicinali. La patologia non le permette di uscire, prendere l’auto, o i mezzi. Si vive sempre di fretta, la soglia dell’attenzione deve essere massima, per questo ho anche installato delle telecamere di sicurezza in casa» dice Fabio Orlando. Ma l’invalidità, che prima era stata riconosciuta al 100%, è stata ora ridotta al 75%, nonostante il peggioramento della malattia. Ma Fabio non si scoraggia, e anche con l’aiuto di parenti e vicini, è sicuro di poter prendersi cura della sua famiglia: «Ritornerò a lavoro come se fosse il primo giorno, Non ci ripenserò, vorrei considerarla una parentesi in un sentiero molto più lungo. Io sono devoto alla mia famiglia. Spesso mi sento una nuvola: li guardo dall’alto e quando vedo che ho fatto qualcosa per loro, mi sento a posto».

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