Le offre un lavoro, poi la segrega e la violenta per ore. Fermato un 45enne a Perugia: inchiodato da un video registrato dalla vittima


L’ha avvicinata offrendole un lavoro, poi l’ha molestata sessualmente e abusato di lei più di una volta per tutta la notte. A Perugia è stato fermato, come indiziato di delitto, un 45enne originario dell’Afghanistan che avrebbe violentato una giovane straniera in un edificio in disuso del centro storico, dove l’aveva rinchiusa per diverse ore. L’uomo è accusato di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali pluriaggravate. Le indagini sarebbero state condotte in pochissimo tempo grazie a un video che la ragazza ha registrato durante l’aggressione.
L’offerta di lavoro, la porta chiusa a chiave e le violenze
I fatti risalgono allo scorso 19 luglio. La ragazza sarebbe stata avvicinata dall’uomo mentre camminava per strada. Il 45enne le avrebbe offerto un lavoro in un ristorante «ancora in costruzione», e con questa scusa l’ha condotta in un ex bar dismesso situato lungo il tragitto che la turista doveva percorrere per tornare al suo appartamento nel centro storico della città. Una volta entrati all’ingresso, l’uomo avrebbe iniziato a parlare con la ragazza. Quando questa, dopo un po’ di tempo, ha tentato di uscire si sarebbe accorta che la porta era stata chiusa a chiave. Il 45enne, a questo punto, avrebbe avvicinato la ragazza iniziando a palpeggiarla. L’avrebbe poi presa mentre tentava di fuggire, scaraventata a terra e l’avrebbe costretta a subire diverse violenze tappandole la bocca con le mani.
La fuga e la denuncia alla polizia
La giovane sarebbe stata tenuta immobilizzata per tutta la notte e fino al mattino seguente. A questo punto, sfruttando il fatto che il 45enne si era addormentato, la giovane è riuscita a fuggire. Ha sporto poi denuncia alle autorità qualche giorno dopo, presentandosi in seguito presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove le hanno diagnosticato lesioni guaribili entro un mese. A inchiodare l’uomo sarebbe stata la corrispondenza del suo Dna con quello del materiale biologico trovato nell’ex bar dismesso e sui vestiti della ragazza.