Regionali in Toscana, l’incoronazione di Giani, il referendum m5s (poche ore prima) e il rischio per Conte di ritrovarsi isolato


«Lo appoggiamo». «No, andiamo da soli». Alla fine: «Decide la base». Tra tentennamenti, rinvii, spintoni nascosti, titubanze, litigi interni e il solito teatrino pre-elettorale, finalmente domani – 7 agosto – chi segue da vicino le regionali in Toscana potrà mettere le mani su due certezze. La prima: il Movimento 5 Stelle scioglierà il nodo sul sostegno o meno a Eugenio Giani, governatore uscente, in corsa per un secondo mandato. La seconda: arriverà il sigillo del Partito Democratico sul bis di Giani. Solo una formalità quella interna ai dem, dal momento che le indiscrezioni delle ultime settimane hanno già confermato la sua ricandidatura, anche se manca ancora l’ufficialità. Insomma, si annuncia una giornata rivelatoria, dopo settimane di tatticismi. Ma potrebbe essere anche una giornata che guasterà la festa al Pd. E forse anche ai più moderati dei cinque stellle.
Domani si chiude il voto dei cinque stelle alle ore 18.00
Alle 18 di domani si chiuderà la votazione online lanciata da Giuseppe Conte tra gli iscritti del M5S. Nel quesito viene chiesto agli elettori se ritengano che il movimento «debba partecipare da solo» alla tornata elettorale regionale toscana oppure se «sia meglio verificare se vi siano le condizioni per prendere parte alla coalizione promossa dal Partito democratico in contrapposizione alla coalizione di centro-destra». Dopo le 18 arriverà la risposta definitiva: un “sì” al dialogo o una chiusura totale, che relegherebbe i 5 Stelle all’opposizione in consiglio regionale, dove già siedono. E sarà proprio con quel responso che il Pd dovrà fare i conti poche ore dopo, alle 21, quando si ritroverà la direzione regionale per ratificare la corsa di Giani.
Il Pd è lo zoccolo duro della Toscana
Aldilà degli scontri interni tra i filo-Schlein e i riformisti, il Partito democratico è ancora lo zoccolo duro della Toscana. Guardando alle precedenti elezioni regionali che portarono alla vittoria di Eugenio Giani, del 48,6% di preferenze ottenute dalle liste a suo sostegno, ben il 34% proveniva esclusivamente dal Pd. Mentre la sua rivale d’allora, Susanna Ceccardi, candidata della Lega, si è fermata al 40,4%, E il Carroccio in quella tornata aveva incassato solo il 21,8% dei voti. Il M5s, con Irene Galletti schierata, si era fermato al 7,1%. Volgendo lo sguardo alle elezioni europee dello scorso anno, poi, i dem hanno conquistato il primo posto in termini di preferenze, raggiungendo il 31,90%. Certo, lo scarto con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che si è fermato al 27,44%, non è stato enorme, appena quattro punti e mezzo, ma ha comunque confermato il predominio del partito di centro-sinistra nella regione.
I 5 stelle rischiano di restare soli. E forse anche fuori dal Consiglio
Il vero rischio, alla fine, riguarderebbe principalmente il Movimento 5 Stelle. Il Partito Democratico, infatti, potrebbe contare su una base solida anche correndo da solo, sebbene Alleanza verdi e sinistra, Azione, Italia Viva, Più Europa e i socialisti abbiano già detto che aderiranno alla coalizione di centrosinistra. Al contrario, il Movimento 5 Stelle, isolato, rischierebbe di rimanere ai margini del quadro politico regionale, con la concreta possibilità di non riuscire nemmeno a eleggere un consigliere. È proprio per evitare questo scenario che, all’interno del partito, si erano levate spinte favorevoli a un’intesa con il centrosinistra. A sostenerla, tra gli altri, la vicepresidente del M5S Paola Taverna, ma anche lo stesso Giuseppe Conte. Le voci più critiche e contrarie alla coalizione sono invece arrivate dai territori, con posizioni di netto rifiuto espresse dai gruppi locali dell’Empolese-Valdelsa, del Chianti Fiorentino, di Grosseto, delle Colline Livornesi, della Val di Cornia, di Carrara e di Livorno.
«Chiusa questa partita, si inizia a ragionare sulla Calabria»
«Chiusa questa partita, si inizia a ragionare sulla Calabria», fanno sapere dal Movimento 5 Stelle. C’è fretta di archiviare il dossier Giani, dopo che la scorsa settimana il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catanzaro, si è dimesso. Ora il centrosinistra è chiamato a concentrare rapidamente tutte le energie sulla Calabria, dove occorrerà trovare in tempi record un candidato da schierare in una campagna elettorale anticipata e del tutto inaspettata, a un anno dalla scadenza naturale. E non è da escludere che il risultato che emergerà dalla votazione interna ai 5stelle non abbia una ricaduta proprio su questa nuova partita elettorale.