Dazi, l’Ue attende l’ok di Trump: «Investimenti negli Usa? Non sono vincolanti. Su chip e farmaci vale il 15%». I Brics meditano una risposta comune


I dazi americani sono in vigore da oggi, giovedì 7 agosto, anche per l’Unione europea. Almeno «così ci risulta», spiegano da Bruxelles, anche se l’intesa raggiunta tra Ue e Stati Uniti in Scozia non è ancora stata ratificata. «La palla è nel loro campo», si è giustificato il portavoce Ue per il Commercio, Olof Gill, durante il briefing con la stampa. «Ci attendiamo che ci aiutino a fare passi avanti». A giorni, insomma, dovrebbe arrivare l’ordine esecutivo del presidente americano che porterà i dazi su tutte le merci Ue al 15%, quasi dimezzando quelli sulle auto. Una firma che per ora arriverà a data da destinarsi.
La situazione di chip e farmaci
L’aliquota del 15%, hanno spiegato ancora da Bruxelles, è valida per tutte le merci in maniera totalmente uniforme: «L’impegno vale anche per i farmaci e i chip», ha detto Gill. «L’export dei semiconduttori dall’Ue agli Usa è soggetto al dazio del 15%. Sui chip, invece, non c’è ancora certezza se sia al 15% o allo zero», seguendo cioè la tariffa uniforme o le esenzioni promesse da Washington. «Siamo molto soddisfatti del nostro risultato: fino a poche settimane fa si parlava della possibilità di tariffe al 30%, mentre ora siamo riusciti a stabilizzare e mettere in sicurezza le catene di approvvigionamento transatlantiche».
Investimenti negli Usa: «Non sono vincolanti»
E per quanto riguarda quegli investimenti promessi dall’Unione europea agli Stati Uniti? Secondo Bruxelles, nella bozza di accordo scozzese si era parlato di «intenzioni aggregate in materia di spesa energetica e investimenti di aziende». Niente di concreto, niente di già impacchettato e pronto ad arricchire le tasche a stelle e strisce. Anche perché, puntualizza ancora Olof Gill, «questi impegni non sono vincolanti e la Commissione non ha potere di imporli. Si tratta di intenzioni trasmesse in buona fede, dopo aver consultato le nostre industrie e gli Stati membri per avere un quadro complessivo».
Lula sente Modi e Xi Jinping per strategia comune
Intanto, in Brasile il consigliere speciale della Presidenza della Repubblica, Celso Amorim, ha confermato la telefonata tra il presidente Luiz Inácio Lula da Silva e il primo ministro indiano, Narendra Modi, prevista per oggi, per parlare dell’aumento dei dazi Usa. Il prossimo ad essere contattato dovrebbe essere il leader cinese, Xi Jinping. Secondo quanto riportano i media locali, Lula sta valutando una risposta coordinata dei Brics ai dazi statunitensi, tema di cui si era discusso anche in occasione del vertice dei leader di luglio, a Rio de Janeiro.