«Celebreremo la festa dell’uomo». Polemiche per la proposta di FdI a Senigallia, parla l’assessora: «Perché la Giornata del cane sì e questa no?»


È polemica a Senigallia, in provincia di Ancona, per la decisione dell’amministrazione comunale di celebrare il prossimo 19 novembre la cosiddetta “Festa dell’uomo”, o meglio, come precisa l’assessora ai Servizi alla persona e Pari Opportunità Cinzia Petetta (FdI), la “Giornata internazionale dell’uomo”. Un’iniziativa che ha immediatamente suscitato reazioni accese da parte del centrosinistra, dei sindacati, delle associazioni femministe e di realtà come Anpi, Cgil, Libera e Avs, che denunciano il rischio di una pericolosa equiparazione con ricorrenze nate da tragiche vicende e lunghe battaglie politiche, come l’8 marzo o il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ma l’assessora marchigiana del partito di Giorgia Meloni rigetta le accuse: «Non è una provocazione, né una celebrazione dell’uomo in sé. È una giornata di sensibilizzazione su tematiche maschili spesso ignorate: padri separati, uomini vittime di violenze psicologiche e fisiche, solitudine, andropausa, stereotipi. Una minoranza silenziosa a cui vogliamo dare ascolto», dice in un’intervista a La Repubblica.
«Non è la festa del maschio, ma uno spazio di ascolto»
Per la politica marchigiana, «Chiamarla “Festa dell’uomo” è una banalizzazione. Come l’8 marzo non è la “festa della donna”, anche questa non è una celebrazione, ma un momento di confronto e riflessione». Petetta racconta di aver ricevuto storie di uomini maltrattati e isolati: «Uno mi ha parlato della moglie che gli ha rovesciato addosso una pentola d’acqua bollente. Non ha denunciato per vergogna. Queste persone esistono, e spesso non trovano luoghi in cui essere ascoltate».
Le proteste
Le opposizioni, guidate dalla consigliera dem Chantal Bomprezzi – segretaria regionale del Pd – parlano di «strumentalizzazione» e di «tentativo di ridurre la portata politica di giornate come quella per le donne o contro la violenza di genere». «Non si possono creare scorciatoie comunicative che banalizzano battaglie nate da lutti e ingiustizie storiche», sostengono anche le reti femministe locali. Ma Petetta rilancia: «Si celebra la Giornata del cane, quella dei calzini spaiati… perché non quella dell’uomo? Non si tratta di una gara tra chi soffre di più, ma di dare attenzione a chi spesso non ne ha». L’assessora insiste sul fatto che il messaggio non sia quello di negare la violenza maschile sulle donne: «Lo so bene che la maggior parte dei casi di violenza è commessa da uomini. Ma proprio per questo dobbiamo anche capire cosa passa nella testa degli uomini, creare spazi in cui possano riconoscere il proprio malessere. È tempo di superare il modello del maschio che non deve chiedere mai. Non si tratta di opporsi al femminismo, ma di superare le contrapposizioni inutili. I veri nemici non sono le donne o gli uomini, ma gli orchi».
Cosa accadrà il 19 novembre
Per ora, l’unico evento previsto è un convegno pubblico: «Non sarà un calendario pieno come l’8 marzo, che dura due mesi, ma almeno una giornata di dialogo lasciatemela fare», conclude Petetta, ribadendo che non intende fare passi indietro. E invita al confronto anche le voci critiche: «Sono tutti benvenuti, anche le femministe. Il dialogo non è mai una minaccia, ma un’opportunità».