Elly Schlein dall’Ucraina alle Regionali: «L’Europa manca di iniziativa, l’alleanza con Conte reggerà»


L’incontro tra Trump e Putin previsto per domani è il primo punto che il Pd metterà sotto osservazione, dice la segretaria del Pd, Elly Schlein. Ma oltre all’attualità internazionale, spiega al direttore di Adnkronos Davide Desario in una intervista pubblicata oggi, l’agenda del centrosinistra prima per le regionali e quindi per le elezioni del 2027 sono i temi a cui stanno lavorando i dem. «Seguiamo con grande attenzione il vertice: se sarà un passo verso una pace giusta bene, ma servono garanzie concrete, non operazioni di facciata. A quel tavolo ci deve essere anche l’Ucraina, con accanto l’Unione europea. Non è immaginabile discutere di una pace giusta senza il popolo ingiustamente invaso», dice prima di tutto.
La critica all’Ue
Secondo la segretaria del Pd, «È mancata, già prima dell’arrivo di Trump, un’iniziativa politica e diplomatica del governo italiano e, più in generale, dell’Unione europea, per creare le condizioni di una pace giusta alle condizioni degli ucraini», sottolinea la segretaria dem.
Le regionali e l’alleanza con il Movimento 5 stelle
L’attualità politica porta poi a parlare di elezioni regionali e del rapporto con Giuseppe Conte che ha assicurato il suo appoggio a Matteo Ricci nelle Marche. La situazione è più tesa in Campania e Puglia, ma la segretaria del Pd si concentra sui punti del programma: «Dopo l’impugnazione da parte del governo della legge toscana sul salario minimo negli appalti, Ricci e tutta la coalizione si impegnano ad approvare nelle Marche lo stesso provvedimento. Sarà un tema fondamentale in tutte le regionali». E sui nodi non risolti? «Le alleanze funzionano quando si costruiscono su fiducia reciproca e rispetto delle differenze: conta un progetto comune, un programma condiviso e candidature credibili. La nostra capacità di costruire unità ha prodotto vittorie straordinarie con tutte le forze alternative alle destre: penso a Genova, Assisi e Ravenna, all’Emilia-Romagna con Michele de Pascale e all’Umbria con Stefania Proietti». Insomma la «coalizione esiste: ha vinto varie tornate elettorali recenti. Siamo già in campo in Veneto con Manildo e nelle Marche con Ricci; dall’altra parte, a parte gli uscenti, non hanno ancora candidati. Continueremo a lavorare “testardamente unitari”».
I punti del programma
Tra i punti più importanti nel programma politico di Schlein c’è l’impegno per la scuola: «Bisogna pagare di più gli insegnanti, tra i meno pagati d’Europa, e rendere gratuiti libri di testo, mense e trasporto pubblico locale. Con 500 milioni, in una manovra da 20 miliardi, si può fare. Invece hanno tagliato 6.000 docenti». Sulla sanità, punta a «sbloccare il tetto alle assunzioni di medici e infermieri per ridurre le liste d’attesa: un tetto, ricordiamolo, messo quando Meloni era al governo con Berlusconi e io studiavo all’Università. È una questione cruciale: chi ha soldi salta la coda nel privato e chi non li ha rinuncia a curarsi. Gli italiani che hanno rinunciato ad almeno una prestazione sono passati da 4,5 a 6 milioni tra 2023 e 2024».
Gaza e il riconoscimento della Palestina
Schlein anche in parlamento ha chiesto il riconoscimento dello stato di Palestina: «Sosteniamo le voci di dissenso in Israele, le mobilitazioni di questi giorni contro il proposito criminale di occupare Gaza, fino allo sciopero generale lanciato dai familiari degli ostaggi. Occorre esercitare pressione con tutti gli strumenti: sanzioni per il governo Netanyahu e i suoi ministri, sospensione degli accordi di collaborazione Ue-Israele, stop al memorandum d’intesa militare tra i nostri due paesi. E riconoscere subito lo Stato di Palestina, come hanno fatto Spagna, Norvegia e Irlanda, e come hanno annunciato anche Francia e Regno Unito. Chiediamo il riconoscimento della Palestina perché è giusto e perché serve la prospettiva di due popoli e due Stati, che il governo israeliano e Hamas negano. Gli interlocutori in Palestina ci sono e non sono Hamas: il segnale va dato subito». Infine, la sua conclusione verso il 2027: «Non siamo condannati a un governo ideologico che riduce il sostegno a sanità, scuola e lavoro. Abbiamo cinque priorità che parlano alle condizioni materiali degli italiani: sanità pubblica; scuola, università e ricerca; lavoro dignitoso; politiche industriali per le grandi trasformazioni digitale ed ecologica; diritti civili e sociali, tra cui il diritto alla casa, con sempre più cittadini che non riescono a pagare gli affitti né ottenere un mutuo».