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«Papa Leone incontrerà Trump per mettere fine alla guerra in Ucraina»

18 Agosto 2025 - 09:30 Ugo Milano
papa leone
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Le parole del cardinale statunitense Raymond Leo Burke a La Stampa: «In Alaska c'è stato il ritorno dello spirito del dialogo tra Occidente e Oriente»

«Il risultato dell’incontro tra Trump e Putin è stato positivo. Si arriverà a un dialogo tra Leone XIV e Trump: parleranno per arrivare alla pace». Queste le parole, alla Stampa, del cardinale statunitense Raymond Leo Burke, figura di riferimento in Vaticano del fronte conservatore mondiale. Il vertice in Alaska «è il ritorno dello spirito del dialogo tra Occidente e Oriente come nei summit tra Usa e Urss durante la guerra fredda. Vedersi è già un risultato – rimarca -. Si sta imboccando di nuovo la strada del confronto Washington-Mosca. Ciò è un bene e ritengo che Trump e Putin continueranno a dialogare».

«Quello che accade a Gaza è inammissibile. Trump può avere un ruolo per la pace anche in Medio Oriente»

«Ho sempre come stella polare il profondo desiderio di Giovanni Paolo II di recarsi in Russia e di avere un filo diretto con l’Est. Oggi più che mai è un modello il suo impegno di stringere legami con le comunità orientali – spiega ancora -. E così adesso è Leone XIV a rinnovare il dialogo ovest-est che ci porterà verso la pace». Il Pontefice ha offerto il Vaticano come luogo di mediazione. «Incontrarsi è già un passo avanti positivo. In Alaska è iniziato un cammino e la fondata speranza è che il dialogo vada avanti finché i capi di Stato troveranno vie di riconciliazione», rimarca il cardinale. Secondo Burke, la Casa Bianca può avere un ruolo anche nel conflitto israelo-palestinese. «Sì. Gli Usa possono svolgere una funzione geopolitica nel pacificare Gaza: i rapporti con Israele sono molto forti. Il governo statunitense dimostrerà la nobiltà d’animo di insistere su quello israeliano per persuaderlo e fermare il massacro». «Quello che accade a Gaza è inammissibile. Il Papa ha detto no alla rimozione forzata di un popolo dalla sua terra e alle punizioni collettive. Deve angosciarci come cristiani la sempre più ridotta presenza dei cristiani in Terra Santa. Sono costretti a lasciare la loro patria: è ingiusto e doloroso», conclude.

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