Jean Pormanove, chi è lo streamer francese che si faceva picchiare in diretta ed è morto durante una live di 298 ore


Una morte tragica è assurda, ripresa e trasmessa in diretta streaming sulla piattaforma Kick. È quanto accaduto in Francia al 46enne Raphaël Graven, noto online come Jean Pormanove. Secondo le prime ricostruzioni, lo streamer sarebbe morto nella sua abitazione di Contes, vicino Nizza, dopo oltre 298 ore di streaming, quasi 12 giorni consecutivi, durante i quali è stato oggetto di violenze e umiliazioni da parte di altri partecipanti. I video, seguiti da migliaia di utenti e rilanciati online, mostrerebbero l’uomo colpito, strattonato e soffocato fino agli istanti che hanno preceduto la sua morte. Ad accompagnarlo nell’ultima diretta c’erano due figure note nella sua comunity, conosciuti con gli pseudonimi di NarutoVie e Safine, che sono già stati indagati nei mesi scorsi per episodi simili di presunte violenze in streaming.
Le donazioni durante la diretta
Il procuratore di Nizza, Damien Martinelli, ha confermato che è stata aperta un’inchiesta per chiarire le circostanze della morte e che nei prossimi giorni il corpo sarà sottoposto all’autopsia. Sono stati inoltre sequestrati i computer e altra attrezzatura audio e video utilizzati per la trasmissione. «Gli abusi erano talvolta incoraggiati dalle donazioni degli spettatori», ha dichiarato Martinelli: nell’ultima diretta, infatti, erano stati raccolti oltre 36mila euro. Sul sito di Kick, piattaforma di streaming australiana, non sono più presenti il canale di Raphaël Graven e tutti i contenuti precedentemente pubblicati.
Chi era Jean Pormanove
Il fenomeno dell’intrattenimento violento non è nuovo in Francia: solo sei mesi fa il giornale francese Mediapart aveva portato alla luce numerosi casi in cui gli streamer che si sottoponevano a violenze in cambio di donazioni erano in realtà persone vulnerabili. All’epoca però Pormanove dichiarò di essere consenziente con quanto avveniva e che le sue dirette fossero delle messe in scena, al solo fine di intrattenere. La carriera da streamer di Raphaël Graven era iniziata con il mondo dei videogiochi salvo poi virare sullo “streaming di resistenza”, ossia challenge in cui le dirette durano diversi giorni di fila e in cui gli streamer si spingono all’estremo. La piattaforma Kick, lanciata nel 2022, è sempre stata più permissiva sui contenuti fruibili rispetto al suo principale concorrente: Twitch.
La risposta di Kick
«Un orrore assoluto», ha commentato Clara Chappaz, ministra con delega al Digitale nel governo Macron. La ministra ha annunciato la segnalazione del caso ad Arcom, l’autorità francese per i media, e alla piattaforma Pharos, che contrasta la violenza online, chiedendo chiarimenti ai responsabili di Kick. Dal canto suo, la piattaforma di streaming ha comunicato oggi sul suo profilo X in lingua francese di aver bannato tutti i co-streamer coinvolti, di voler collaborare con le autorità francesi e di aver avviato una revisione completa dei contenuti in lingua francese. Sotto il post, sono numerosi i commenti degli utenti che criticano le scelte passate dell’azienda, accusandola di aver contribuito ed esortato i creator a produrre contenuti violenti.