Tenta di salvare la compagna di cordata bloccata a 7mila metri con una gamba rotta: muore in Kirghizistan l’alpinista italiano Luca Sinigaglia


È di Luca Sinigaglia il corpo ritrovato in un anfratto di roccia a 6.900 metri di altezza sul Pik Pobeda, la cima più alta del Tien Shan che si erge sul confine tra Kirghizistan e Cina. Il 49enne milanese è deceduto mentre tentava di portare aiuto a una compagna di cordata russa, che durante la discesa dalla vetta si era rotta una gamba. A fornire nome e cognome di Luca Sinigaglia è stato per primo il mondo dell’alpinismo italiano, dopo che da giorni l’unica notizia diffusa dai media russi era la morte di un italiano le cui generalità erano rimaste ignote.
I soccorsi alla collega russa e la morte durante la salita
Secondo la prima ricostruzione fornita dai media locali, Luca Sinigaglia sarebbe morto durante la seconda missione di salvataggio. La 47enne Natalia Nagovitsyna, che era con lui in cordata, era infatti caduta durante la discesa dalla vetta di 7.439 metri e si era fratturata una gamba. Dal 12 agosto si era quindi accampata in una tenda. Il 13 agosto, un giorno dopo l’infortunio, Sinigaglia con un compagno tedesco era risalito per portare alla donna acqua, cibo e gas. Due giorni dopo, il 15 agosto, aveva tentato una nuova risalita, poi risultata fatale. Anche il compagno tedesco nelle ore successive ha accusato un malore ed è stato ricoverato in ospedale
L’incidente durante i primi soccorsi e la missione italiana
Le operazioni di recupero riprenderanno venerdì 22 agosto e saranno coordinate da tre soccorritori italiani: Michele Cucchi, l’esperto pilota di elicottero Manuel Munari che opera in Nepal, e Mario Sottile. I tre, a bordo di un elicottero privato, cercheranno di trarre in salvo Nagovitsyna, che risulta ancora viva, e di recuperare il corpo del 49enne milanese. Negli scorsi giorni, infatti, il governo locale aveva tentato di organizzare una missione con un mezzo militare ma il maltempo aveva costretto i soccorritori a un atterraggio di emergenza a oltre 4mila metri di quota. Alcuni uomini a bordo hanno riportato ferite di varia entità.