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Garlasco, la procura chiama la super esperta Cattaneo: i test sull’arma e i segni sul corpo di Chiara Poggi. L’avvocato di Sempio: «Così sarà riesumata»

23 Agosto 2025 - 11:51 Giovanni Ruggiero
Cristina Cattaneo e Massimo Lovati
Cristina Cattaneo e Massimo Lovati
Secondo Massimo Lovati, che assiste l'unico indagato nelle nuove indagini sul delitto di 18 anni fa, la nomina della docente di Medicina legale apre la strada a una clamorosa riesumazione del corpo della vittima. Le perplessità sulle indagini e le sfide a cui è chiamata la super consulente

L’avvocato Massimo Lovati sostiene che la nomina della super consulente Cristina Cattaneo da parte della Procura di Pavia guidata da Fabio Napoleone porterà inevitabilmente alla riesumazione del corpo di Chiara Poggi. Il legale, che difende Andrea Sempio nell’inchiesta bis sul delitto di Garlasco, interpreta così la scelta degli inquirenti di affidarsi a una delle più prestigiose esperte di medicina legale d’Italia per cercare di sciogliere i nodi ancora irrisolti dopo 18 anni. Cattaneo dovrà confrontarsi con la ricostruzione 3D realizzata dai Ris di Cagliari, che hanno mappato con laser scanner e droni la villetta di via Pascoli, e verificare la compatibilità degli oggetti metallici trovati nella roggia di Tromello con le ferite sul capo della vittima. Gli strumenti a disposizione sono all’avanguardia, spiega il quotidiano La provincia Pavese, dalle nuove tecnologie forensi alle analisi più sofisticate sui reperti mai esaminati a fondo.

Chi è la super consulente Cattaneo

Cristina Cattaneo è professoressa ordinaria di Medicina Legale all’Università Statale di Milano, dove insegna anche Antropologia. Dirige il Labanof (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense) e il Musa (Museo Universitario delle Scienze Antropologiche). Il suo curriculum parla chiaro: consulente per diversi Tribunali in Italia e in Europa, collabora con l’Ufficio del Commissario Straordinario per le Persone Scomparse nell’identificazione dei migranti morti in mare. È stata coinvolta in casi di cronaca nera tra i più noti in passato, tra cui il delitto di Yara Gambirasio.

I quesiti irrisolti da chiarire su arma del delitto e gli attrezzi ritrovati

Cattaneo dovrà rispondere a interrogativi cruciali che potrebbero cambiare il corso delle indagini. Prima di tutto: l’arma del delitto, mai identificata con certezza. Secondo la relazione del medico legale Marco Ballardin, Chiara fu colpita ripetutamente al capo da un oggetto con «massa battente da una parte e una specie di lama che termina come uno scalpello dall’altra». Un martello a coda di rondine sembrava lo strumento più probabile. Ora bisogna verificare se gli attrezzi metallici recuperati nella roggia di Tromello – la testa di una mazzetta da muratore senza manico, un pezzo di ascia, una pinza da camino – possano essere compatibili con le lesioni riscontrate. La frattura cranica «isolata» presenta una «linea retta che poi si spezza creando una sorta di “scalino”», lesione che suggerisce «l’azione di un oggetto che abbia uno spigolo tagliente e una certa massa». Fondamentale sarà poi verificare l’ipotesi di più persone sulla scena del delitto, che costituisce il presupposto della nuova inchiesta che vede indagato Andrea Sempio in concorso con Alberto Stasi, già condannato a 20 anni.

I dubbi dell’avvocato Lovati

«La consulente scelta della Procura un medico legale, non un’esperta della dinamica processuale», osserva Lovati. «Questo è un compito che appartiene ai Ris per altro già incaricati. Credo quindi che con questa nomina si vada verso la riesumazione della salma di Chiara Poggi». Il legale che assiste Sempio assieme all’avvocata Angela Taccia non nasconde le sue perplessità: «Non capisco come questa consulente possa procedere altrimenti. Se dovesse limitarsi a rileggere la relazione del medico legale Ballardin aggiungendo qualche sua valutazione, che senso avrebbe? Sarebbe solo una perdita di tempo per la stessa Procura». Lovati insiste sui limiti della nomina: «Cattaneo non è una genetista, non è un’esperta dattiloscòpica né un’esperta di dinamica processuale. La ricostruzione tridimensionale del delitto la faranno i Ris». Da qui la sua convinzione che si andrà verso la riesumazione: «Per questo credo che l’ipotesi sia concreta».

Le critiche alle indagini

Il difensore di Sempio non risparmia critiche all’impostazione dell’inchiesta: «L’indagine non poteva essere riaperta senza l’ipotesi di più persone sulla scena, quindi per forza è così. La Procura ipotizza un concorso tra persone, quindi adesso cerca di scoprire chi sono i complici. Peccato che non si sappia ancora quali indizi sono a carico del mio assistito». «Un modo curioso di procedere», aggiunge Lovati, «si cercano i complici di un sospettato su cui non ci sono indizi. Lo ribadisco, questa indagine è viziata in partenza». Di fronte a una situazione che definisce «già strana in partenza e pure molto insidiosa», l’avvocato conclude: «Non c’è da stupirsi di niente. A questo punto ci possiamo aspettare di tutto».

La relazione del Ris attesa a breve

I Ris hanno completato la mappatura tridimensionale della villetta, riposizionando le foto dell’epoca con le tracce di sangue per ricostruire la dinamica del delitto con le nuove tecnologie. A giugno erano stati stimati due mesi di lavoro, il che significa che la relazione potrebbe essere depositata a breve. Parallelamente procede l’incidente probatorio sulle analisi genetiche affidato alla perita Denise Albani, con l’udienza per i risultati finali prevista per il 10 ottobre.

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