Ultime notizie Donald TrumpGazaJannik SinnerTurismoVladimir Putin
ECONOMIA & LAVOROBancheBCEEuroEUtopiaUnione europea

La Bce scommette su una partenza sprint dell’euro digitale: la previsione su 50 miliardi di transazioni all’anno spaventa le banche

25 Agosto 2025 - 13:05 Gianluca Brambilla
euro-digitale-obiettivo-50-miliardi-transazioni
euro-digitale-obiettivo-50-miliardi-transazioni
La nuova valuta elettronica a cui lavora l'Eurotower potrebbe arrivare a coprire una quota di mercato del 40% nel settore dei pagamenti, oggi dominato da Visa e Mastercard

L’euro digitale sarà in grado di gestire oltre cinquanta miliardi di transazioni ogni anno. O almeno, questa è la convinzione della Banca centrale europea, che in alcuni documenti interni – ottenuti da Politico – si mostra più che fiduciosa della nuova valuta elettronica, che potrebbe essere disponibile nel Vecchio Continente a partire dal 2028. Il numero citato dalla Bce non rappresenta né un obiettivo né una previsione. Semplicemente, si tratta di una specifica tecnica, che certifica però come l’istituzione guidata da Christine Lagarde riponga grandi aspettative nel progetto dell’euro digitale, il cui iter burocratico ha subìto una brusca accelerazione in seguito al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

La sfida della Bce a Visa e Mastercard

Nel 2024, nei Paesi dell’eurozona, sono state effettuate 84,6 miliardi di transazioni con carta, per un valore complessivo di 3.200 miliardi di euro. Se si tiene conto del progressivo declino del contante, nel 2028 le transazioni totali con carta potrebbero essere 125 miliardi. Questo significa che l’euro digitale, almeno secondo le aspettative della Bce, potrebbe avere una quota di mercato pari a circa il 40%. Ad oggi, la gran parte delle commissioni sui pagamenti digitali finisce nelle casse di due grosse aziende americane: Visa e Mastercard. Secondo le stime dell’Eurotower, due terzi delle transazioni con carta nell’eurozona avvengono su circuiti di pagamento internazionali. Oltre la metà dei Paesi Ue, inoltre, si affida completamente a soluzioni di pagamento non europee.

EPA/Joerg Carstensen

I timori delle associazioni di categoria

Il progetto dell’euro digitale dovrebbe servire proprio a rompere questo circolo vizioso, impedendo la fuga di dati verso l’estero e soprattutto mettendo fine alla dipendenza tecnologica dell’Europa dai colossi americani del settore dei pagamenti. Associazioni di categoria come Payments Europe temono che la nuova valuta della Bce possa distruggere i modelli di ricavo basati sulle carte di credito e di debito. Fin dai primissimi momenti dell’iter di progettazione, infatti, l’Eurotower ha messo in chiaro che l’euro digitale sarà gratuito. Una caratteristica che potrebbe spingere molti consumatori ad affidarsi alla nuova valuta e rinunciare, almeno per le piccole transazioni quotidiane, ai servizi delle banche tradizionali.

I mancati ricavi delle commissioni sui pagamenti

Quei 50 miliardi di transazioni annue che la Bce prevede per l’euro digitale si scontrano con le rassicurazioni che da anni l’istituzione guidata da Lagarde cerca di fornire al settore bancario. L’Eurotower ha sempre difeso il progetto, assicurando però di non avere alcuna intenzione di sostituirsi al settore privato. Eppure, quegli stessi numeri suggeriscono che i colossi dei pagamenti digitali potrebbero trovarsi a ricoprire un ruolo via via più marginale. Soprattutto se si considera che ad oggi le commissioni, secondo le stime dell’Autorità bancaria europea, rappresentano circa il 30% del reddito operativo netto delle banche del vecchio continente.

Foto copertina: EPA/Ronald Wittek | La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde

leggi anche