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Il primo caso umano di larva mangia-carne negli Stati Uniti: il parassita arriva dal Centro America

25 Agosto 2025 - 08:39 Valentina Romagnoli
mosca assassina - screwworm
mosca assassina - screwworm
Un paziente del Maryland infettato dagli screwworm dopo un viaggio all’estero. Il governo rassicura: rischio basso per la salute pubblica. Ma l’allarme cresce tra allevatori e produttori di carne, che temono danni miliardari

Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (Hhs) degli Stati Uniti ha confermato il primo caso umano di infezione da New World screwworm, il parassita carnivoro noto come “verme vite”, larva mangia-carne o più comunemente “mosca assassina”, collegato a viaggi da un Paese centroamericano. Si tratta del primo episodio registrato sul suolo americano da quando l’infestazione ha cominciato a risalire dal Centro America verso il Messico meridionale lo scorso anno. Il caso riguarda un paziente rientrato nel Maryland dopo un viaggio all’estero. Secondo una comunicazione ufficiale, la diagnosi è stata confermata il 4 agosto scorso dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc).

Il contagio avvenuto in El Salvador

In una nota inviata a Reuters, il portavoce dell’Hhs Andrew G. Nixon ha precisato che il contagio è stato contratto in El Salvador. Tuttavia, diverse fonti del settore zootecnico sostengono che il paziente provenisse dal Guatemala. Nixon non ha commentato la discrepanza. «Il rischio per la salute pubblica negli Stati Uniti da questa introduzione è molto basso», ha dichiarato Nixon. L’infezione è stata trattata in Maryland e, secondo una comunicazione interna del gruppo Beef Alliance, «sono state applicate misure di prevenzione nello Stato». Per motivi di privacy, però, non sono stati diffusi altri dettagli.

Le tensioni con gli allevatori

La conferma del caso umano, emersa inizialmente da email circolate il 20 agosto tra operatori della filiera bovina, ha suscitato allarme nel settore. L’industria del bestiame, già in tensione per i prezzi record e per la riduzione della mandria statunitense ai livelli più bassi da settant’anni, teme conseguenze economiche di rilievo. Beth Thompson, una veterinaria statale del South Dakota, ha spiegato a Reuters di essere stata informata «la scorsa settimana» da una persona a conoscenza della vicenda. «Abbiamo saputo del caso tramite altre fonti e abbiamo dovuto chiedere al Cdc spiegazioni. Non sono stati affatto trasparenti. Hanno rimandato tutto allo Stato per confermare quanto accaduto», ha detto.

Le reticenze dei Cdc

Altri veterinari statali hanno appreso la notizia direttamente in una call con il Cdc. Un funzionario del governo del Maryland ha confermato l’esistenza del caso, mentre né il Cdc né il Dipartimento della Salute del Maryland hanno risposto alle richieste di commento. Un’email interna del Beef Alliance, visionata da Reuters, sottolineava inoltre la necessità di contenere le informazioni per evitare ripercussioni sul mercato: «Speriamo che, dato che la conoscenza della vicenda è attualmente limitata ai rappresentanti del settore e ai veterinari statali, la probabilità di una fuga di notizie sia bassa. Minimizzando l’impatto sul mercato».

Che cosa sono i screwworm

Gli screwworm sono mosche parassite le cui femmine depongono le uova nelle ferite di animali a sangue caldo. Una volta schiuse, le larve si nutrono dei tessuti vivi penetrando nella carne, comportamento che ricorda l’avvitamento di una vite, da cui il nome. Se non trattata, l’infestazione può uccidere il soggetto colpito, animale o essere umano che sia. Il trattamento è lungo e prevede la rimozione manuale di centinaia di larve e la disinfezione profonda delle ferite. Con cure tempestive, tuttavia, l’infezione è generalmente risolvibile.

L’impatto sull’allevamento

Il ritorno del parassita negli Stati Uniti rappresenta una minaccia per il settore zootecnico. Negli anni ’60, il Paese aveva debellato gli screwworm grazie al rilascio massiccio di maschi sterili, una strategia che permise di interrompere la catena riproduttiva. Il Dipartimento dell’Agricoltura (Usda) stima che un nuovo focolaio potrebbe costare al solo Texas – il maggiore Stato produttore di bovini – circa 1,8 miliardi di dollari tra perdite di bestiame, spese veterinarie e costi del lavoro. La segnalazione del caso arriva a poco più di una settimana dalla visita in Texas del segretario all’Agricoltura Brooke Rollins. Il quale ha annunciato la costruzione di un nuovo impianto per la produzione di mosche sterili presso la base aerea di Moore, a Edinburg. L’apertura è prevista tra due o tre anni.

Le critiche sulla lentezza della risposta dell’amministrazione

Rollins ha affrontato critiche per la presunta lentezza della risposta federale. Il governo ha già imposto la chiusura dei porti d’ingresso per il bestiame proveniente dal Messico. Dove a luglio è stato segnalato un nuovo caso di screwworm nello Stato di Veracruz, a circa 600 chilometri dal confine. Il Messico, da parte sua, ha avviato la costruzione di un impianto da 51 milioni di dollari per la produzione di mosche sterili nel sud del Paese. Attualmente, l’unico centro attivo si trova a Panama e produce 100 milioni di mosche a settimana. Secondo l’Usda, ne servirebbero cinque volte tante per respingere l’avanzata del parassita. Gli screwworm sono già endemici in Cuba, Haiti, Repubblica Dominicana e diversi Paesi sudamericani.

La situazione in Italia

La Cochliomyia hominivorax, detta anche mosca del verme del Nuovo Mondo, non è presente in Italia e anche a coloro che venissero a contatto con le mosche nelle zone endemiche non dovrebbe accadere nulla. Per stare tranquilli nel caso in cui si stesse programmando un viaggio nei Paesi dove questo parassita è presente, la cosa migliore è coprirsi, soprattutto in caso di ferite. Un sltro suggerimento è quello di stirare i panni quando sono stati stesi all’esterno: il calore del ferro da stiro, infatti, uccide le larve. La diagnosi precoce, poi, è fondamentale: se identificata, l’infestazione può essere trattata con rimozione chirurgica delle larve.

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