Un euro in più per chi si ferma al tavolo del bar, la “tassa” imposta da un locale storico di Firenze: «Spesso restano occupati per 45 minuti»


Un caffè a 1,30 euro, un cornetto a 1,50, prezzi di tutto rispetto per una città come Firenze. Ma se li si consuma seduti al tavolo, il conto sale: un euro in più a persona. E no, non è la classica voce “servizio” che fa lievitare il prezzo, perché, una volta terminato, bisogna anche riportare tazzina e piattino al banco. È la politica adottata da “I dolci di Patrizio Cosi”, una storica pasticceria nel centro del capoluogo toscano. All’entrata nel locale, un cartello avvisa chiaramente i clienti ma la voce sullo scontrino non è piaciuta a diversi clienti: «Non ho mai visto un bar dove si paga per sedersi», scrive qualcuno su Google. «Così allontanano i buoni clienti», accusa un altro.
I prezzi contenuti
Eppure il titolare, Riccardo Camporesi, in un’intervista a Repubblica difende la sua scelta: «È grazie a questo ritocco se un caffè da noi costa 1,30 euro e un cornetto 1,50 euro. In totale 2,80 euro per una colazione che rischia spesso di occupare un tavolino per 45 minuti». L’obiettivo è chiaro: spingere le persone a consumare al banco e ammortizzare il più possibile i costi. Come spiega Camporesi, la misura è pensata come un «disincentivo» all’occupazione perpetua dei tavolini, anche perché una colazione servita nella maniera classica da un cameriere continua a costare di più di una non servita: «Il caffè servito costa 2,40 euro, il cappuccino da 1,70 passa a 3 euro», circa il doppio per ogni prodotto.
Toilette e bicchieri da asporto a pagamento
Ma quella dell’euro in più per la consumazione al tavolo non è l’unica misura che ha fatto discutere. La toilette è a pagamento, 50 centesimi per chi non consuma, e anche i bicchieri da asporto hanno un sovrapprezzo. «Ho perso dei clienti, lo so. Si sentono derubati. Se continua così levo i tavoli e aumento i prezzi al banco», ammette Camporesi. Ma come affermano molti altri commercianti, è la pandemia che ha stravolto le carte in tavola: «I ritmi sono calati e i fiorentini sono spariti, se non ritocchiamo i prezzi siamo morti; e inizieremo a fare il brunch per gli stranieri». E proprio a proposito dei turisti, alcuni clienti gli suggeriscono di «farli pagare ai turisti» i tavoli. Camporesi però ribatte: «Non voglio fare distinzioni. Dopo 21 anni, i nostri prezzi sono i più bassi per la qualità che offriamo, spero che la clientela capisca».