Aule piene, lezioni online, studenti divisi in gruppi. Così parte il semestre filtro di Medicina per riuscire ad accogliere i nuovi studenti


Didattica scandita in tre fasi, alternanza tra presenza e remoto, studenti divisi in turni per moltiplicare i posti e soluzioni pensate per i fuorisede: così le università si sono attrezzate per il nuovo semestre filtro che apre l’accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Una partenza senza precedenti per il sistema accademico, che si trova a gestire migliaia di studenti in più rispetto agli anni scorsi e a garantire, contemporaneamente, qualità delle lezioni e accesso equo. Le aule in molti atenei sono sature e ogni ateneo ha dovuto costruire un modello organizzativo su misura. A Torino la priorità è stata scandire tempi e frequenze in maniera rigida, a Milano-Bicocca l’obiettivo è stato distribuire gli studenti in gruppi per evitare sovraffollamenti, Padova ha scelto la via della flessibilità digitale, mentre a Roma Tor Vergata si è pensato soprattutto ai fuorisede, riducendo al minimo la permanenza obbligata in città.
Torino e le lezioni in tre fasi
All’Università di Torino il semestre filtro è stato organizzato con un modello rigoroso, pensato per garantire allo stesso tempo la presenza in aula e l’accesso da remoto. La didattica è suddivisa in tre fasi. La fase 1, dal 1° al 26 settembre, prevede lezioni in presenza per tutti gli studenti, sei ore al giorno dal lunedì al venerdì – dalle 8:30 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 16:00 – per un totale di 120 ore, con la possibilità di collegarsi da remoto chi non può recarsi in aula. La fase 2, dal 29 settembre al 17 ottobre, alterna frequenza in presenza e didattica a distanza: gli studenti ruotano secondo un sistema prestabilito e possono seguire le lezioni anche online. In questa fase sono previste 60 ore di corso distribuite su cinque giorni, con quattro ore giornaliere e possibilità di aggiungere lezioni anche il sabato, dalle 8:30 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00. La fase 3, dal 20 al 31 ottobre, è interamente online: 45 ore di lezioni quotidiane, sei ore al giorno, sempre distribuite in blocchi mattutini e pomeridiani.
Milano-Bicocca: gruppi e rotazioni per gestire le aule
All’Università di Milano-Bicocca gli iscritti sono stati divisi in tre gruppi alfabetici, ciascuno collocato in un’aula dedicata: un modo per diluire il numero dei presenti senza rinunciare al contatto diretto con i docenti. Tutto il corso è stato diviso in fasi diverse. La fase iniziale, dal 1° settembre al 3 ottobre, si svolge interamente in presenza, con un ritmo regolare: tre lezioni al giorno, ciascuna di due ore. Poi, dal 5 al 23 ottobre, lo stesso schema orario si sposta online, replicando fedelmente il calendario quotidiano ma con lezioni in streaming. La terza e ultima fase, dal 24 ottobre fino agli esami, è invece dedicata al tutorato e agli approfondimenti, ancora una volta erogati in modalità remota. In questa scelta si legge la volontà di garantire continuità metodologica e, allo stesso tempo, alleggerire il peso logistico di migliaia di studenti che altrimenti affollerebbero le strutture.
Padova e il digitale come parola d’ordine
L’Università di Padova ha optato per un modello che mette al centro la flessibilità. Le lezioni sono erogate principalmente online, in modalità sincrona, ma con la possibilità di partecipare in presenza nelle prime quattro settimane. Un compromesso che tiene conto delle dimensioni dell’Ateneo e della necessità di non escludere gli studenti fuori sede. La scelta di puntare sin da subito sul digitale, riducendo al minimo le lezioni fisiche, riflette anche l’esperienza maturata durante gli anni della pandemia.
Roma Tor Vergata: attenzione ai fuorisede
A Roma Tor Vergata la parola d’ordine è stata invece pragmatismo. L’università ha deciso di concentrare le lezioni in presenza soltanto nel mese di settembre, cinque giorni a settimana, così da limitare al massimo i costi di alloggio e viaggio per gli studenti fuori sede. Da ottobre il programma passa integralmente online, con due settimane conclusive dedicate esclusivamente allo studio a distanza. Non solo: i docenti hanno previsto una settimana supplementare dedicata agli esercizi e una giornata di lezione aggiuntiva tra i due appelli, prevista per chiarire dubbi e correggere errori. È un’impostazione che risponde a esigenze concrete e che, nelle intenzioni dell’Ateneo, dovrebbe rendere il semestre più sostenibile anche per chi non può permettersi una lunga permanenza nella capitale.
La Sapienza e i poli colorati
Alla Sapienza il semestre filtro è una macchina gigantesca, distribuita in cinque Poli didattici, identificati dai colori rosso, giallo, verde, rosa e celeste, che funzionano come altrettanti campus paralleli. Ogni Polo ha una propria aula principale, con lezioni presidiate da tutor e la presenza dei docenti a rotazione secondo il calendario stabilito. L’università ha previsto tre modalità di partecipazione: l’aula Hub, con il docente in presenza e possibilità di interazione diretta, l’aula Spoke, collegata in diretta audio-video con l’Hub e dotata di microfoni per porre domande a distanza, e il remoto, con connessione online e interazione tramite chat e spazi Q&A. Un modello che consente di gestire numeri altrimenti ingestibili, garantendo comunque accesso e dialogo. La didattica è scandita in tre fasi. Settembre è dedicato a un’immersione intensiva: sei ore al giorno, dal lunedì al venerdì, divise in blocchi mattutini e pomeridiani. Le materie sono divise in moduli con possibilità di seguire sia in aula sia da remoto. In ottobre la frequenza si riorganizza: accesso alle lezioni in presenza a rotazione settimanale, regolato da un sistema di prenotazione. Infine, novembre è dedicato al tutorato e agli approfondimenti, erogati interamente online, in vista delle prove d’esame.