Il prof che rimprovera una studentessa perché si presenta in classe col crocifisso capovolto dicendosi satanista: sospeso per tre giorni


Si è presentata in classe con un crocifisso capovolto al collo, ma il professore l’ha richiamata, dando vita a un dibattito dai toni accesi che sono presto diventati polemici. Lo scontro, avvenuto a febbraio 2024 in una scuola superiore di Palermo, ha portato alla sospensione per tre giorni di un docente di Storia e filosofia, con privazione della retribuzione. Il professore ha fatto ricorso, ma ora il Tribunale del Lavoro lo ha rigettato. Tutto è iniziato quando l’insegnante, sollecitato da una collega, ha deciso di intervenire sulla studentessa chiedendole se conoscesse il significato del crocifisso rovesciato. Poi le ha suggerito di indossarlo sotto il maglione, come faceva lui stesso con il proprio crocifisso, spiegando che la scelta era dettata dal rispetto verso chi non condivideva la stessa fede. Durante la lezione, il docente aveva inoltre fatto riferimento alla strage di Altavilla, avvenuta a febbraio 2024, quando Giovanni Barreca, un muratore di 54 anni, ha ucciso la moglie Antonella Salamone e due dei suoi figli, Kevin (16 anni) ed Emanuel (5 anni), durante un rituale di esorcismo nella loro abitazione in provincia di Palermo.
Cosa è stato contestato al professore
La giovane, come ricostruisce Orizzonte Scuola, ha reagito dichiarando pubblicamente in classe di essere «satanista» e ha chiesto che il docente affrontasse in aula alcuni filosofi a suo dire legati al satanismo, seppur non previsti dal programma scolastico. Ha poi contestato più volte il docente, sostenendo che non fosse in grado di confutare le sue scelte filosofiche o religiose, fino ad affermare di voler rimuovere eventuali crocifissi presenti nella classe. La preside ha ritenuto che il comportamento del professore avesse violato la dignità della studentessa e la riservatezza dei dati religiosi, aggravato dal fatto che l’insegnante aveva successivamente riferito i dettagli a una collega esterna al consiglio di classe. Per questi motivi, è stata comminata la sospensione disciplinare di tre giorni, considerata proporzionata alla gravità della condotta e in linea con il contratto collettivo nazionale.
La decisione del giudice
Il Tribunale ha rilevato che l’accostamento tra la ragazza e fatti di cronaca di natura criminale è risultato «offensivo e diffamatorio», provocando un turbamento nella studentessa. La sentenza conferma che la condotta era contraria ai doveri professionali e ai principi di laicità della scuola pubblica, dove gli studenti devono poter manifestare liberamente o mantenere riservato il proprio credo religioso. La sanzione di tre giorni è stata quindi giudicata proporzionata e configurabile come grave negligenza del docente, con condanna al pagamento di 3mila euro di spese legali.