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Scuole verso l’apertura, ma è caos supplenze in tutta Italia: nomine revocate, trasferimenti improvvisi e docenti lasciati a casa dopo 24 ore

05 Settembre 2025 - 18:54 Ygnazia Cigna
scuola assegnazioni nomine supplenze caos
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Problemi analoghi in molte province. Il racconto di una docente precaria a Open: «Sono passata da due scuole assegnate a sparire dalle graduatorie»

Bari, Benevento, Arezzo, Prato, Lecce, Terni. Sono solo alcune delle province in cui i docenti supplenti, che a inizio settembre avrebbero dovuto ricevere l’assegnazione della scuola in cui lavorare, si sono invece trovati catapultati in un vero e proprio caos. A gestire le nomine, come ormai accade da qualche anno, è il celebre algoritmo che, ancora una volta, sembra scricchiolare sotto il peso delle aspettative. Così, tanti insegnanti si sono ritrovati senza nomine nei tempi previsti, con incarichi revocati subito dopo la presa di servizio o con trasferimenti improvvisi in una sede diversa da quella inizialmente assegnata. «Il 1° settembre ho preso servizio in due scuole della provincia di Brindisi come insegnante di sostegno. Ho firmato, ho partecipato al primo collegio docenti per l’assegnazione dello studente che avrei dovuto seguire… e poi, pochi giorni dopo, la referente ci comunica che ci sono stati degli errori», racconta una docente precaria a Open. «Abbiamo continuato a scuola, tutto sembrava procedere normalmente. Pensavo che, al massimo, mi avrebbero assegnato a una sola scuola. Poi, al pomeriggio, rientrando a casa, esce un bollettino con delle rettifiche: ero sparita. Il mio nome non c’era più».

Il racconto di una docente a Open

Il giorno successivo, recatasi all’Ufficio scolastico regionale per chiedere spiegazioni, alla docente viene comunicato che l’algoritmo aveva commesso diversi errori e che, di conseguenza, erano state necessarie rettifiche. «Alcune colleghe con punteggio più alto non erano state nominate inizialmente. Sono state inserite successivamente e noi siamo scese in graduatoria. Ora mi trovo senza lavoro da un giorno all’altro: da avere la nomina in due scuole e un alunno assegnato, sono passata a restare a casa», racconta la docente. Come lei, numerosi altri insegnanti hanno subito lo stesso destino. I decreti di rettifica degli uffici scolastici regionali si stanno moltiplicando in questi giorni e parlano chiaro: sbalzati da incarichi assegnati a causa di – si legge – «mero errore materiale».

«Non si può giocare con la vita di noi docenti precari»

C’è chi è stato nominato e pochi giorni dopo ha perso tutto, come già successo a un gruppo di docenti con il diritto alla riserva dei posti a metà agosto, chi è stato trasferito in una sede per poi ritrovarsi in un’altra, e chi ha visto saltare tutto a causa delle rinunce. A Lecce, ad esempio, l’Ufficio scolastico ha annullato l’intero primo turno di nomine a causa del «consistente numero di rinunce pervenute». Ma le province coinvolte sono numerose, e il problema, in gran parte dei casi, è da imputare a errori del sistema. «Non si può giocare così con noi docenti precari», denuncia la docente di sostegno a Open. «Sono agitata, ansiosa e profondamente delusa. Insegnare è la mia passione, il lavoro che ho sempre desiderato, e non ho intenzione di cambiare mestiere. Ma ora sono costretta a rivolgermi alla giustizia amministrativa», chiosa.

Il sindacato Uil: «Bisogna tornare alle nomine in presenza»

Sul piede di guerra ci sono anche i sindacati. «Gli errori dell’algoritmo sulle supplenze riguardano diversi territori – Liguria, Bari, Benevento, Prato, Lecce – e confermano tutte le storture di un sistema informatico che evidentemente non funziona», denuncia Giuseppe D’Aprile, Segretario generale della Uil Scuola Rua. Secondo il sindacalista, il problema potrebbe essere risolto tornando alle nomine in presenza, almeno fino a quando il sistema informatico non sarà perfezionato. «Altrimenti, il risultato è sempre lo stesso: docenti che ricevono un incarico e se lo vedono revocare all’improvviso. Docenti nominati su posti inesistenti. Procedure di nomina espletate e annullate dopo appena 24 ore», sottolinea. «Ogni rettifica non pesa soltanto sul singolo docente, ma mina la continuità didattica e crea disagi enormi alle scuole. Il sistema di reclutamento va rivisto: la scuola ha bisogno di tempi certi, procedure efficienti e chiare, e di personale stabile», conclude.

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