Tesla, maxi piano di incentivi per Musk: l’azienda gli offre mille miliardi di dollari «per tenerlo motivato»


L’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, potrebbe diventare anche il primo «trilionario» della storia se riuscirà a centrare gli obiettivi fissati dal nuovo piano di incentivazione studiato da Tesla. Una cifra difficile da scrivere sia a numeri che a parole, ma che in sostanza si traduce in mille miliardi di dollari. La casa automobilistica ha presentato alla Sec, la commissione che viglia sulle borse, un pacchetto di compensi senza precedenti, che sarà sottoposto al voto degli azionisti il 6 novembre. Il meccanismo prevede che Musk riceva nuove azioni Tesla, fino ad aumentare la sua quota dal 16% a oltre il 25%. Ma l’obiettivo da raggiungere per accedere al maxi-compenso è ambizioso: guidare l’azienda fino a una capitalizzazione di 8.500 miliardi di dollari entro dieci anni a fronte degli attuali 1000 miliardi.
«Serve a mantenere Elon motivato»
A spiegarlo è stata l’attuale presidente di Tesla Robyn Denholm in un’intervista alla Cnbc, che ha difeso la scelta: «Questo piano serve a mantenere Elon motivato e concentrato. Perdere la sua guida significherebbe perdere anche una calamita di talenti per Tesla». L’accordo ricalca la logica del premio riconosciuto a Musk nel 2018, allora da “soli” 56 miliardi. Quel pacchetto è tuttora bloccato dal tribunale del Delaware per cui l’azienda ha provato a risollevare gli umori del miliardario con un ulteriore mega incentivo in azioni dal valore di 29 miliardi di dollari all’inizio del mese scorso.
Il ritorno al business di Musk
Il nuovo pacchetto, molto più ambizioso, lega i compensi non solo alla capitalizzazione, ma anche a obiettivi che estendo il raggio di azione di Tesla oltre le automobili: dalla produzione di un milione di robotaxi fino allo sviluppo e alla diffusione su larga scala di robot umanoidi e sistemi di intelligenza artificiale. Tesla prova dunque ad aggrapparsi a Musk, descritto come il faro che potrà mostrargli la via per uscire da un periodo complicato sul piano delle vendite, sia in Europa che in Asia. Distratto dall’avventura politica al fianco di Donald Trump, il (per il momento) miliardario sudafricano sembra aver rimesso la testa sul business e l’innovazione, accantonando anche l’idea di fondare l’«American Party»