Filippo Facci, le querele e l’ammonimento per stalking: «Ho vinto tutte le cause con la mia ex»


Il giornalista Filippo Facci da piccolo sognava di fare «l’astronauta o lo scienziato di cose astronomiche». Ma la sua presunta genialità si interruppe in quarta elementare, quando morì sua madre: «In coincidenza con la sua morte, non a causa». In un’intervista al Corriere della Sera facci racconta che la sua carriera giornalistica è cominciata «su un settimanale a Monza che veniva inviato agli abbonati del telefono: può immaginare il potere smisurato che mi dava. Tant’è che fui notato dall’ Unità e da Repubblica e cominciai a collaborare con loro per la zona di Monza-Brianza. Al Paninaro arrivai a 21-22 anni, mi pagavano 20 mila lire a cartella. Per loro feci anche il fotomodello. Poi mi sposai e mollai tutto».
La prima moglie
La prima moglie si chiamava «Sabrina. La conobbi il 29 giugno del 1989 e la sposai il 29 ottobre. Andammo a vivere in un bilocale dove ognuno aveva la sua stanza. Poi partii per il militare e divorziammo al mio rientro. Fu La Russa a occuparsene, gratis, perché era suo amico». Poi racconta della sua passione per la musica classica: «Suono percussioni e pianoforte. Probabilmente la musica è ciò per cui sono più portato. Nel 2005 feci dimettere Muti dalla Scala. Scrissi un articolo per il Foglio in cui emergeva la distanza con l’orchestra. Il giorno dopo si dimise. Ferrara mi fece i complimenti. Zeffirelli mi invitò a cena, non andai». Invece andava a trovare Craxi ad Hammamet: «Sì, più volte, con il mio ex amico Luca Josi. Rivedo la sua sagoma caracollante illuminata dalla luce del frigo mentre infilava il coltello in una caciotta. Al ristorante nessuno voleva sedersi vicino a lui perché rubava dai piatti».
Luca Josi e Marco Travaglio
Con Josi l’amicizia è finita perché «io ero un suo soldato e lui era il mio superiore: abbiamo condiviso la battaglia per Craxi. Quando lessi che era stato al ristorante a fare il karaoke con Marco Travaglio, per me fu un punto di non ritorno. La mia è un’intransigenza, ma voglio fare da promemoria vivente ai miei amici che hanno tradito». Facci dice di aver aiutato a morire il padre: «È stata una morte assistita non dichiarata. Un’amica medico ci ha aiutati con le cure palliative ad accelerare la pratica di incoscienza. Lui era d’accordo». Oggi ha tre figli: «Rocco ha 16 anni, Nora 8. Quattro mesi fa dalla mia nuova compagna, Alberta, è nato Fosco: il nome viene da un equivoco».
La compagna
La sua compagna «ha 23 anni meno di me. Mi tampinava su Facebook, ma mi sembrava troppo bella e troppo intelligente. Pensavo di aver messo i remi in barca, invece due anni fa abbiamo fatto la pazzia di andare a vivere insieme». Poi parla del suo ammonimento per stalking nei confronti di un’ex compagna: «Era un provvedimento amministrativo, non penale. Ho vinto tutte e sette le cause che la mia ex mi ha intentato e il giudice ha anche abbassato l’assegno di mantenimento. Annamaria Bernardini de Pace mi ha difeso gratis, me lo ero fatto mettere per iscritto. Ora mi ha detto basta».
Le querele
Eppure in querele ha perso «la casa più bella che ho mai avuto, a giudizio di chiunque. Compreso Cruciani. Ma la perdita della casa è stata anche per via di alcune cartelle fiscali inevase». Sugli attacchi a Michela Murgia con la parola “cessismo”; confessa «un mio gusto per il demenziale e la smitizzazione assoluta. Poi magari mi capiscono in tre. Non sto a pensarci molto prima di scrivere una cosa, rifiuto di credere che poi crolli il mondo». Di Greta Beccaglia scrisse: «Di pacche nel culo ne vorrebbe una a settimana». «Intendevo per la celebrità che ne è derivata, è evidente». «Il Giornale» gli ha tolto la tutela legale. «L’azienda me l’ha tolta a margine di un articolo dove per un refuso fui querelato da un magistrato, nonostante lo avessi mandato a Sallusti e a un redattore. Ancora oggi sto pagando le rate per l’accordo raggiunto con l’avvocato che mi sono dovuto pagare io».